Il saggio, prendendo spunto dal recente atteggiamento della Corte costituzionale italiana in materia di immunità statali che si pone in contrapposizione all’orientamento della giurisprudenza internazionale, svolge alcuni rilievi critici sul complesso rapporto fra le norme consuetudinarie sull’esenzione giurisdizionale degli Stati e il diritto di accesso alla giustizia. Si sofferma su cosa la Corte costituzionale non ha detto o avrebbe potuto dire con maggiore enfasi e si interroga se, e fino a che punto, la decisone della Consulta n.238 del 2014, che rappresenta l’elemento di una prassi «fuori dal coro», contribuisca a fare un passo in avanti verso l’erosione della sfera di applicabilità della norma consuetudinaria sull’immunità degli Stati esteri per atti iure imperii quando è in gioco l’essenza stessa della dignità umana: una prassi invero molto circoscritta, ma di cui prima o poi si dovrà tener conto. Si conclude osservando che il principale valore della sentenza n. 238 del 2014 sul piano internazionale è metagiuridico ed è costituito proprio dal riconoscimento formale del diritto delle vittime di crimini internazionali.

Spunti di riflessione sul difficile rapporto fra immunità degli Stati e accesso alla giustizia (Corte costituzionale, sentenza n. 238 del 2014)

LANCIOTTI, Alessandra
2016

Abstract

Il saggio, prendendo spunto dal recente atteggiamento della Corte costituzionale italiana in materia di immunità statali che si pone in contrapposizione all’orientamento della giurisprudenza internazionale, svolge alcuni rilievi critici sul complesso rapporto fra le norme consuetudinarie sull’esenzione giurisdizionale degli Stati e il diritto di accesso alla giustizia. Si sofferma su cosa la Corte costituzionale non ha detto o avrebbe potuto dire con maggiore enfasi e si interroga se, e fino a che punto, la decisone della Consulta n.238 del 2014, che rappresenta l’elemento di una prassi «fuori dal coro», contribuisca a fare un passo in avanti verso l’erosione della sfera di applicabilità della norma consuetudinaria sull’immunità degli Stati esteri per atti iure imperii quando è in gioco l’essenza stessa della dignità umana: una prassi invero molto circoscritta, ma di cui prima o poi si dovrà tener conto. Si conclude osservando che il principale valore della sentenza n. 238 del 2014 sul piano internazionale è metagiuridico ed è costituito proprio dal riconoscimento formale del diritto delle vittime di crimini internazionali.
2016
9788899490034
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