Il volume analizza i fondamenti dell’Economia Civile (beni relazionali, capitale sociale, dono, principio di reciprocità); le sue radiche storiche (monachesimo benedettino e francescano; Umanesimo Civile; Illuminismo italiano con un focus particolare sulla figura di Antonio Genovesi, esponente dell’illuminismo napoletano e padre dell’Economia Civile); le motivazioni del declino dell’Economia Civile a favore dell’Economia Politica inglese del XIX secolo; il tramonto definitivo dell’Economia Civile con l’avvento nel XX secolo della Scienza Economica dagli economisti neoclassici; l’Economia Civile nella contemporaneità. Nel capitolo dedicato ai fondamenti dell’Economia Civile si esamina il ruolo strategico dei beni relazionali (amicizia, amore, partecipazione alla vita politica ed associativa) in economia. I beni relazionali sono alla base del capitale sociale, ovvero dei legami sociali fiduciari tra persone, senza il quale il mercato non può nascere e grazie al quale il mercato può operare senza dispendiosi attriti. Le “buone relazioni” tra persone sono quindi fondamentali non solo per la vita in società, ma anche per la promozione dello sviluppo economico e per l’umanizzazione stessa dell’economia. L’Economia Civile riconnette dunque la città (la società) ed il mercato. Da cui l’aggettivo “civile”. I beni relazionali si costruiscono/cementano attraverso pratiche donative che si effettuano all’insegna della reciprocità (dono relazionale). Dopo aver illustrato i “fondamentali” dell’Economia Civile (beni relazionali, capitale sociale, dono relazionale, principio di reciprocità, dono della fiducia indispensabile all’avvio dei contratti), si fa un breve excursus storico delle prime forme di Economia Civile (abbazia benedettina, monti di pietà francescani) che sono le antenate rispettivamente delle cooperative sociali e della banca etica. Viene anche effettuato un confronto comparato tra tre diversi archetipi umani che sono alla base di tre diverse concezioni di scienza economica: l’homo oeconomicus della scienza economica neoclassica, l’homo economicus dell’economia politica della Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith, l’homo reciprocans dell’economia civile di Antonio Genovesi che affonda le sue radici nel paradigma antropologico dell’Umanesimo civile italiano della prima metà del 1400. Nel capitolo dedicato all’Economia Civile nella contemporaneità, in aggiunta ad un richiamo alle moderne organizzazioni del Terzo Settore che fanno capo ad essa, sono stati esplorati, anche alla luce della avvenuta approvazione in Italia della legge di Riforma del Terzo Settore, i “ponti” che si possono instaurare tra mondo non profit e mondo profit superando il loro separatismo statico. Si tratta del processo di ibridazione delle imprese profit che ha ormai trovato cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico (si fa riferimento alla recente disciplina della Benefit Corporation ed a quella, più remota, della Impresa Sociale), si tratta della possibile fertilizzazione incrociata tra i due tipi di organizzazioni (imprese profit che, grazie all’azione del Terzo Settore, diventano “civili” ed associazioni, anche di volontariato, che possono diventare, grazie alla contaminazione con le imprese profit, più “efficienti”), si tratta della ricerca di forme concrete di collaborazione tra profit e non profit (generatività di progetti comuni, forme inedite di osmosi). Il libro si conclude con l’esposizione del Manifesto per l’Economia Civile. Il manifesto racchiude i principi fondamentali dell’Economia Civile, illustra il suo metodo, ribadisce una visione più allargata del suo perimetro perché non circoscritta solo al Terzo settore, ma allargata anche alle imprese profit “civili”, propugna la nascita di un’Alleanza Locale per l’Economia Civile.

Il Paradigma dell’economia civile. Radici storiche e nuovi orizzonti.

MONTESI, Cristina
2016

Abstract

Il volume analizza i fondamenti dell’Economia Civile (beni relazionali, capitale sociale, dono, principio di reciprocità); le sue radiche storiche (monachesimo benedettino e francescano; Umanesimo Civile; Illuminismo italiano con un focus particolare sulla figura di Antonio Genovesi, esponente dell’illuminismo napoletano e padre dell’Economia Civile); le motivazioni del declino dell’Economia Civile a favore dell’Economia Politica inglese del XIX secolo; il tramonto definitivo dell’Economia Civile con l’avvento nel XX secolo della Scienza Economica dagli economisti neoclassici; l’Economia Civile nella contemporaneità. Nel capitolo dedicato ai fondamenti dell’Economia Civile si esamina il ruolo strategico dei beni relazionali (amicizia, amore, partecipazione alla vita politica ed associativa) in economia. I beni relazionali sono alla base del capitale sociale, ovvero dei legami sociali fiduciari tra persone, senza il quale il mercato non può nascere e grazie al quale il mercato può operare senza dispendiosi attriti. Le “buone relazioni” tra persone sono quindi fondamentali non solo per la vita in società, ma anche per la promozione dello sviluppo economico e per l’umanizzazione stessa dell’economia. L’Economia Civile riconnette dunque la città (la società) ed il mercato. Da cui l’aggettivo “civile”. I beni relazionali si costruiscono/cementano attraverso pratiche donative che si effettuano all’insegna della reciprocità (dono relazionale). Dopo aver illustrato i “fondamentali” dell’Economia Civile (beni relazionali, capitale sociale, dono relazionale, principio di reciprocità, dono della fiducia indispensabile all’avvio dei contratti), si fa un breve excursus storico delle prime forme di Economia Civile (abbazia benedettina, monti di pietà francescani) che sono le antenate rispettivamente delle cooperative sociali e della banca etica. Viene anche effettuato un confronto comparato tra tre diversi archetipi umani che sono alla base di tre diverse concezioni di scienza economica: l’homo oeconomicus della scienza economica neoclassica, l’homo economicus dell’economia politica della Ricchezza delle Nazioni di Adam Smith, l’homo reciprocans dell’economia civile di Antonio Genovesi che affonda le sue radici nel paradigma antropologico dell’Umanesimo civile italiano della prima metà del 1400. Nel capitolo dedicato all’Economia Civile nella contemporaneità, in aggiunta ad un richiamo alle moderne organizzazioni del Terzo Settore che fanno capo ad essa, sono stati esplorati, anche alla luce della avvenuta approvazione in Italia della legge di Riforma del Terzo Settore, i “ponti” che si possono instaurare tra mondo non profit e mondo profit superando il loro separatismo statico. Si tratta del processo di ibridazione delle imprese profit che ha ormai trovato cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico (si fa riferimento alla recente disciplina della Benefit Corporation ed a quella, più remota, della Impresa Sociale), si tratta della possibile fertilizzazione incrociata tra i due tipi di organizzazioni (imprese profit che, grazie all’azione del Terzo Settore, diventano “civili” ed associazioni, anche di volontariato, che possono diventare, grazie alla contaminazione con le imprese profit, più “efficienti”), si tratta della ricerca di forme concrete di collaborazione tra profit e non profit (generatività di progetti comuni, forme inedite di osmosi). Il libro si conclude con l’esposizione del Manifesto per l’Economia Civile. Il manifesto racchiude i principi fondamentali dell’Economia Civile, illustra il suo metodo, ribadisce una visione più allargata del suo perimetro perché non circoscritta solo al Terzo settore, ma allargata anche alle imprese profit “civili”, propugna la nascita di un’Alleanza Locale per l’Economia Civile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1410845
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