Muovendo dalla connotazione dell’umano come essere costitutivamente vulnerabile e relazionale, attraverso la valorizzazione del potere performativo dell'immaginazione si tenta di porre in relazione la teoria dei giochi linguistici wittgensteiniana con le istanze suggerite dal Principio di carità (D. Davidson) e il Principio di cooperazione (P. H. Grice), allo scopo di individuare un ipotetico uso morale e pedagogico della immaginazione, che miri ad una possibile trasformazione delle dimensioni creativa, temporale e sperimentale dell'esperienza personale.L’immaginazione può esser in tal senso letta come facoltà morale di approccio all’alterità, e venire indagata nel nesso che si istituisce tra sensibilità morale e prospettiva concettuale, tra sensibilità e ragione, per le valenze etiche che ne scaturiscono, anche sul piano del confronto con l’eredità viva e attuale della filosofia della mente.
Il linguaggio attraverso lo specchio: tracce per una pragmatica dell'immaginazione
TIBERI, Simona
2015
Abstract
Muovendo dalla connotazione dell’umano come essere costitutivamente vulnerabile e relazionale, attraverso la valorizzazione del potere performativo dell'immaginazione si tenta di porre in relazione la teoria dei giochi linguistici wittgensteiniana con le istanze suggerite dal Principio di carità (D. Davidson) e il Principio di cooperazione (P. H. Grice), allo scopo di individuare un ipotetico uso morale e pedagogico della immaginazione, che miri ad una possibile trasformazione delle dimensioni creativa, temporale e sperimentale dell'esperienza personale.L’immaginazione può esser in tal senso letta come facoltà morale di approccio all’alterità, e venire indagata nel nesso che si istituisce tra sensibilità morale e prospettiva concettuale, tra sensibilità e ragione, per le valenze etiche che ne scaturiscono, anche sul piano del confronto con l’eredità viva e attuale della filosofia della mente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.