Tra i tanti effetti della globalizzazione e dell'innovazione tecnologica ve ne sono di significativi, specie con riferimento al modo di fare impresa. Ciò - come noto - si riflette in particolare sul rapporto tra territorio e tassazione, mettendo altresì in evidenza l'inadeguatezza degli attuali strumenti giuridici posti a presidio del gettito. E' da tempo, infatti, che anche le maggiori organizzazioni internazionali hanno avviato studi ed analisi sul fenomeno dell'imposizione (ovvero della "non imposizione") delle attività più facilmente "de-materializzabili" e "de-localizzabili". In attesa dunque dell'introduzione, su base multilaterale, di nuove modalità di tassazione delle attività internazionali e, specialmente, di quelle a più elevato contenuto tecnologico, l'Associazione Italiana dei Professori di Diritto Tributario ha inteso costituire un "Tavolo di lavoro" proprio sul tema della tassazione della c.d. "economia digitale". Il presente contributo - parte di un'opera collettanea destinata a raccogliere i vari studi fatti sul tema - muove quindi dall'esperienza inglese (avviata, nel 2015, con l'introduzione della Diverted Profits Tax) al fine di elaborare una possibile proposta normativa per l'Italia che, invero, possa superare i limiti più significativi che paiono affliggere il nuovo prelievo britannico. In particolare, nel presente contributo, si ritiene praticabile la ridefinizione della nozione di stabile organizzazione di cui all'art. 162 TUIR, pur sempre all'interno dei confini tracciati dal diritto internazionale costituito dal reticolo dei trattati fiscali sottoscritti dall'Italia, cui si accompagni l'introdizione di un'apposita norma antiabuso sul modello della c.d. "LOB Clause", in guisa tale - da un lato - di consentire di ricondurre a tassazione quelle fattispecie che, attualmente, risultano prive di un significativo collegamento con l'ordinamento e - dall'altro - per più efficacemente contrastare le stabili organizzazioni occulte.

Sulle possibili misure di contrasto al c.d. "Profit Shifting", anche alla luce della Diverted Profits Tax inglese

COCIANI, Simone Francesco
2018

Abstract

Tra i tanti effetti della globalizzazione e dell'innovazione tecnologica ve ne sono di significativi, specie con riferimento al modo di fare impresa. Ciò - come noto - si riflette in particolare sul rapporto tra territorio e tassazione, mettendo altresì in evidenza l'inadeguatezza degli attuali strumenti giuridici posti a presidio del gettito. E' da tempo, infatti, che anche le maggiori organizzazioni internazionali hanno avviato studi ed analisi sul fenomeno dell'imposizione (ovvero della "non imposizione") delle attività più facilmente "de-materializzabili" e "de-localizzabili". In attesa dunque dell'introduzione, su base multilaterale, di nuove modalità di tassazione delle attività internazionali e, specialmente, di quelle a più elevato contenuto tecnologico, l'Associazione Italiana dei Professori di Diritto Tributario ha inteso costituire un "Tavolo di lavoro" proprio sul tema della tassazione della c.d. "economia digitale". Il presente contributo - parte di un'opera collettanea destinata a raccogliere i vari studi fatti sul tema - muove quindi dall'esperienza inglese (avviata, nel 2015, con l'introduzione della Diverted Profits Tax) al fine di elaborare una possibile proposta normativa per l'Italia che, invero, possa superare i limiti più significativi che paiono affliggere il nuovo prelievo britannico. In particolare, nel presente contributo, si ritiene praticabile la ridefinizione della nozione di stabile organizzazione di cui all'art. 162 TUIR, pur sempre all'interno dei confini tracciati dal diritto internazionale costituito dal reticolo dei trattati fiscali sottoscritti dall'Italia, cui si accompagni l'introdizione di un'apposita norma antiabuso sul modello della c.d. "LOB Clause", in guisa tale - da un lato - di consentire di ricondurre a tassazione quelle fattispecie che, attualmente, risultano prive di un significativo collegamento con l'ordinamento e - dall'altro - per più efficacemente contrastare le stabili organizzazioni occulte.
2018
978-88-255-1128-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1411295
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