Il volume prova a fare il punto sul rapporto fra segni distintivi e diritto penale, approcciando in chiave inevitabilmente euro-orientata e interdisciplinare un minisistema punitivo strategico ed assai praticato, ma in grave ritardo rispetto alle discipline con cui s’interfaccia. Il riallineamento del sotto-sistema passa attraverso un progetto di ermeneutica della sussidiarietà, che, includendo nell’orizzonte del penalista la casistica dell’AGCM e l’europeizzazione del diritto dei marchi e dei segni distintivi, disambigua gli illeciti di contraffazione e mendacio ex artt. 473, 474, 517 c.p., dotandoli di un gradiente offensivo a misura di sanzioni liberticide; addomestica l’usurpazione ex art. 517-ter c.p., circoscrivendola ai casi di grave e realistica minaccia alla vis attractiva del marchio; e scoperchia le criticità che affliggono l’apparato punitivo dedicato agli abusi di contrassegni geografici: dalle norme che colpiscono il tranello via segni Italian sounding, che danzano spericolatamente fra disapplicazione e annullamento, alla dilemmatica fattispecie che criminalizza l’uso parassitario di DOP e IGP. Il tutto, nell’ottica dell’emancipazione dalla dogmatica del bene giuridico, che gira a vuoto in settori attraversati da molteplici ed eterogenee istanze di tutela; e di un contenimento (già) de lege lata dei meccanismi repressivi virtuosamente compensato dall’azione preventiva cui oggi sono chiamati gli enti collettivi.
Il diritto penale dei segni distintivi
Valentini, Vico
2018
Abstract
Il volume prova a fare il punto sul rapporto fra segni distintivi e diritto penale, approcciando in chiave inevitabilmente euro-orientata e interdisciplinare un minisistema punitivo strategico ed assai praticato, ma in grave ritardo rispetto alle discipline con cui s’interfaccia. Il riallineamento del sotto-sistema passa attraverso un progetto di ermeneutica della sussidiarietà, che, includendo nell’orizzonte del penalista la casistica dell’AGCM e l’europeizzazione del diritto dei marchi e dei segni distintivi, disambigua gli illeciti di contraffazione e mendacio ex artt. 473, 474, 517 c.p., dotandoli di un gradiente offensivo a misura di sanzioni liberticide; addomestica l’usurpazione ex art. 517-ter c.p., circoscrivendola ai casi di grave e realistica minaccia alla vis attractiva del marchio; e scoperchia le criticità che affliggono l’apparato punitivo dedicato agli abusi di contrassegni geografici: dalle norme che colpiscono il tranello via segni Italian sounding, che danzano spericolatamente fra disapplicazione e annullamento, alla dilemmatica fattispecie che criminalizza l’uso parassitario di DOP e IGP. Il tutto, nell’ottica dell’emancipazione dalla dogmatica del bene giuridico, che gira a vuoto in settori attraversati da molteplici ed eterogenee istanze di tutela; e di un contenimento (già) de lege lata dei meccanismi repressivi virtuosamente compensato dall’azione preventiva cui oggi sono chiamati gli enti collettivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.