Velázquez e Bernini. Ovvero due colossi della storia universale dell’arte. Chiamati a confrontarsi in quel luogo magico che è il Nobile Collegio del Cambio, sotto gli occhi del grande Perugino: in un confronto che si gioca su un tema preciso, quello dell’autoritratto, campo al quale i due artisti dedicarono notevole impegno cercando l’uno di cogliere il meglio dell’altro e creando capolavori, per la prima volta qui riuniti, destinati ad essere, nei secoli successivi, studiati e interpretati da numerosi altri pittori. “A mio parere - scrive Francesco Federico Mancini, curatore della mostra - l’incontro romano e il conseguente, straordinario incrocio di esperienze di due fra i maggiori protagonisti del Seicento europeo produsse benefici di reciproca utilità. Velázquez, grazie a Bernini, comprese quale forza espressiva si celasse nel taglio a mezzo busto del ritratto, da lui già sperimentato sul versante della scultura, e quanta vitalità potesse scaturire dalla contrapposizione tra la maniera abbozzata degli abiti e la maniera finita dei volti. Bernini apprese dal collega spagnolo il modo di scavare nell’intimo nei personaggi, di entrare nella loro complessità psicologica”. Accanto al cosidetto “trittico Martinelli”, oggi conservato nella Galleria Nazionale dell’Umbria, e all’ Autoritratto di Velazquez della Pinacoteca Capitolina, perno dell’intero discorso, verranno esposti l’ Autoritratto a mezza figura di Bernini della Galleria degli Uffizi e l’ Autoritratto di Velázquez sempre degli Uffizi. Ma saranno presenti anche l’ Autoritratto di Bernini del Museo del Prado e l’Autoritratto di Bernini del Musée Fabre di Montpellier. Verrà anche mostrato il bellissimo Autoritratto giovanile di Bernini mentre disegna della collezione Luigi Koelliker di Milano.

Velazquez e Bernini. Ritratti in mostra al nobile Collegio del Cambio

MANCINI, Francesco Federico
2017

Abstract

Velázquez e Bernini. Ovvero due colossi della storia universale dell’arte. Chiamati a confrontarsi in quel luogo magico che è il Nobile Collegio del Cambio, sotto gli occhi del grande Perugino: in un confronto che si gioca su un tema preciso, quello dell’autoritratto, campo al quale i due artisti dedicarono notevole impegno cercando l’uno di cogliere il meglio dell’altro e creando capolavori, per la prima volta qui riuniti, destinati ad essere, nei secoli successivi, studiati e interpretati da numerosi altri pittori. “A mio parere - scrive Francesco Federico Mancini, curatore della mostra - l’incontro romano e il conseguente, straordinario incrocio di esperienze di due fra i maggiori protagonisti del Seicento europeo produsse benefici di reciproca utilità. Velázquez, grazie a Bernini, comprese quale forza espressiva si celasse nel taglio a mezzo busto del ritratto, da lui già sperimentato sul versante della scultura, e quanta vitalità potesse scaturire dalla contrapposizione tra la maniera abbozzata degli abiti e la maniera finita dei volti. Bernini apprese dal collega spagnolo il modo di scavare nell’intimo nei personaggi, di entrare nella loro complessità psicologica”. Accanto al cosidetto “trittico Martinelli”, oggi conservato nella Galleria Nazionale dell’Umbria, e all’ Autoritratto di Velazquez della Pinacoteca Capitolina, perno dell’intero discorso, verranno esposti l’ Autoritratto a mezza figura di Bernini della Galleria degli Uffizi e l’ Autoritratto di Velázquez sempre degli Uffizi. Ma saranno presenti anche l’ Autoritratto di Bernini del Museo del Prado e l’Autoritratto di Bernini del Musée Fabre di Montpellier. Verrà anche mostrato il bellissimo Autoritratto giovanile di Bernini mentre disegna della collezione Luigi Koelliker di Milano.
2017
9788897738893
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1413774
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