Introduzione A causa della variabilità antigenica dei virus influenzali, la composizione dei vaccini antinfluenzali deve essere valutata annualmente e modificata sulla base dell’insorgenza di ceppi mutanti. Tale selezione viene eseguita utilizzando il test di inibizione dell’emoagglutinazione (IEA) e sieri immuni ottenuti da furetti sopravvissuti dopo infezione primaria con ceppi virali di riferimento. La composizione del vaccino viene cambiata quando i virus accumulano mutazioni tali da ridurre la loro capacità di legare gli anticorpi presenti nei sieri dei furetti. Recenti risultati, ottenuti studiando la componente vaccinale A/H1N1, sembrano però indicare che tale metodica potrebbe non essere completamente adeguata. Nel 2009, quando insorse il nuovo virus pandemico A/H1N1, l’OMS scelse il ceppo A/California/7/09 (A/Cal/7/09) quale componente vaccinale e, in base alla caratterizzazione antigenica dei virus in circolazione nelle stagioni successive, ha lasciato tale ceppo invariato fino al 2017. Tuttavia a partire dalla stagione 2013-14 si è iniziato a registrare un inusuale aumento di infezioni tra i soggetti adulti. Tale cambiamento potrebbe essere imputabile a mutazioni rilevate in seguito a sequenziamento dell’HA, che il test IEA, eseguito con i sieri di furetto, non era in grado di individuare. Obiettivi dello studio. 1. verificare la capacità di sieri umani di reagire con virus A/H1N1 che, dalla caratterizzazione effettuata con sieri animali, sono risultati essere antigenicamente simili al virus vaccinale A/Cal/7/09; 2. verificare la capacità dei vaccini antinfluenzali in commercio di indurre la produzione di anticorpi in grado di cross-reagire con i ceppi in circolazione. Materiali e metodi I sieri sono stati analizzati mediante test IEA utilizzando come antigeni il ceppo A/Cal/7/09 e 6 virus A/H1N1 circolati in Umbria tra il 2011 e il 2015. La caratterizzazione antigenica e genetica di tali virus è stata eseguita presso l’Istituto Superiore di Sanità. Risultati e conclusioni Prima della vaccinazione, i livelli anticorpali più elevati sono stati riscontrati contro la componente vaccinale e i virus circolati subito dopo il 2009, i più bassi nei confronti dei virus di più recente circolazione. In una percentuale di soggetti variabile (24-48%), si è riscontrata una diminuzione di almeno 4 volte del titolo anticorpale nei confronti dei ceppi epidemici rispetto a quello vaccinale. A un mese dalla vaccinazione, la risposta anticorpale è risultata essere sempre inferiore nei confronti dei ceppi di più recente circolazione, in particolare nei soggetti al di sopra di 85 anni. In conclusione questo studio indica che i sieri animali non sono in grado di rappresentare la complessità della immunità della popolazione umana. È quindi auspicabile che per la caratterizzazione dei ceppi influenzali circolanti vi sia un maggiore utilizzo di sieri umani e si prenda in considerazione la possibilità di utilizzare sieri di furetto ottenuti dopo infezioni sequenziali con differenti ceppi influenzali.
UN MAGGIORE UTILIZZO DI SIERI UMANI PUO’ CONTRIBUIRE AD UNA MIGLIORE CARATTERIZZAZIONE ANTIGENICA DEI VIRUS INFLUENZALI PER LA SCELTA DELLE COMPONENTI VACCINALI
CAMILLONI, Barbara;Alunno, Anna;NUNZI, Emilia
2017
Abstract
Introduzione A causa della variabilità antigenica dei virus influenzali, la composizione dei vaccini antinfluenzali deve essere valutata annualmente e modificata sulla base dell’insorgenza di ceppi mutanti. Tale selezione viene eseguita utilizzando il test di inibizione dell’emoagglutinazione (IEA) e sieri immuni ottenuti da furetti sopravvissuti dopo infezione primaria con ceppi virali di riferimento. La composizione del vaccino viene cambiata quando i virus accumulano mutazioni tali da ridurre la loro capacità di legare gli anticorpi presenti nei sieri dei furetti. Recenti risultati, ottenuti studiando la componente vaccinale A/H1N1, sembrano però indicare che tale metodica potrebbe non essere completamente adeguata. Nel 2009, quando insorse il nuovo virus pandemico A/H1N1, l’OMS scelse il ceppo A/California/7/09 (A/Cal/7/09) quale componente vaccinale e, in base alla caratterizzazione antigenica dei virus in circolazione nelle stagioni successive, ha lasciato tale ceppo invariato fino al 2017. Tuttavia a partire dalla stagione 2013-14 si è iniziato a registrare un inusuale aumento di infezioni tra i soggetti adulti. Tale cambiamento potrebbe essere imputabile a mutazioni rilevate in seguito a sequenziamento dell’HA, che il test IEA, eseguito con i sieri di furetto, non era in grado di individuare. Obiettivi dello studio. 1. verificare la capacità di sieri umani di reagire con virus A/H1N1 che, dalla caratterizzazione effettuata con sieri animali, sono risultati essere antigenicamente simili al virus vaccinale A/Cal/7/09; 2. verificare la capacità dei vaccini antinfluenzali in commercio di indurre la produzione di anticorpi in grado di cross-reagire con i ceppi in circolazione. Materiali e metodi I sieri sono stati analizzati mediante test IEA utilizzando come antigeni il ceppo A/Cal/7/09 e 6 virus A/H1N1 circolati in Umbria tra il 2011 e il 2015. La caratterizzazione antigenica e genetica di tali virus è stata eseguita presso l’Istituto Superiore di Sanità. Risultati e conclusioni Prima della vaccinazione, i livelli anticorpali più elevati sono stati riscontrati contro la componente vaccinale e i virus circolati subito dopo il 2009, i più bassi nei confronti dei virus di più recente circolazione. In una percentuale di soggetti variabile (24-48%), si è riscontrata una diminuzione di almeno 4 volte del titolo anticorpale nei confronti dei ceppi epidemici rispetto a quello vaccinale. A un mese dalla vaccinazione, la risposta anticorpale è risultata essere sempre inferiore nei confronti dei ceppi di più recente circolazione, in particolare nei soggetti al di sopra di 85 anni. In conclusione questo studio indica che i sieri animali non sono in grado di rappresentare la complessità della immunità della popolazione umana. È quindi auspicabile che per la caratterizzazione dei ceppi influenzali circolanti vi sia un maggiore utilizzo di sieri umani e si prenda in considerazione la possibilità di utilizzare sieri di furetto ottenuti dopo infezioni sequenziali con differenti ceppi influenzali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.