Avendo come osservatorio privilegiato la Valle Umbra, cioè quel territorio che si identifica nella centralità della città di Spoleto, il saggio illustra le pratiche religiose e le devozioni che si affermarono nel corso del secolo XIX, mettendole in relazione al più ampio contento nazionale ed europeo. Emerge dalle fonti utilizzate una pietà indulgente, a volte superficiale, ma anche più umana e più popolare, basata su una frequenza più grande ai sacramenti e su un accresciuto numero di esercizi precisi, che faceva largo posto al sentimento e al bisogno di esteriorizzazione. La devozione si andò orientando, oltre che verso la Vergine Maria, nei tratti più sensibili di Nostra Signora di Lourdes, verso il Cristo misericordioso, il Sacro Cuore di Gesù in particolare. Tuttavia, sullo sfondo dei conflitti indotti dal moto unitario e dal trapasso allo Stato liberale, è innegabile che si rafforza il nesso tra devozione e politica. La pietà mariana subisce evidenti spinte verso la politicizzazione, ma a dare delle apparizioni una lettura apocalittica furono per lo più ecclesiastici antiliberali e intransigenti, mentre presso i ceti popolari è dato registrare ancora una forte percezione del prodigioso. Il sentimento religioso trasformava o dissolveva le letture politiche antiunitarie in generiche richieste di aiuto divino in favore della Chiesa. Dunque il saggio conferma, anche nell’area oggetto dell’indagine, che l’Ottocento può essere considerato come un secolo di transizione, con persistenze della religiosità arcaica, a tratti quasi magica, e con l’imporsi di orientamenti più equilibrati della pietà individuale e collettiva.

Culti e devozioni nella Valle Umbra nell'Ottocento fra spiritualità e connotazioni politiche

Mario Tosti
2017

Abstract

Avendo come osservatorio privilegiato la Valle Umbra, cioè quel territorio che si identifica nella centralità della città di Spoleto, il saggio illustra le pratiche religiose e le devozioni che si affermarono nel corso del secolo XIX, mettendole in relazione al più ampio contento nazionale ed europeo. Emerge dalle fonti utilizzate una pietà indulgente, a volte superficiale, ma anche più umana e più popolare, basata su una frequenza più grande ai sacramenti e su un accresciuto numero di esercizi precisi, che faceva largo posto al sentimento e al bisogno di esteriorizzazione. La devozione si andò orientando, oltre che verso la Vergine Maria, nei tratti più sensibili di Nostra Signora di Lourdes, verso il Cristo misericordioso, il Sacro Cuore di Gesù in particolare. Tuttavia, sullo sfondo dei conflitti indotti dal moto unitario e dal trapasso allo Stato liberale, è innegabile che si rafforza il nesso tra devozione e politica. La pietà mariana subisce evidenti spinte verso la politicizzazione, ma a dare delle apparizioni una lettura apocalittica furono per lo più ecclesiastici antiliberali e intransigenti, mentre presso i ceti popolari è dato registrare ancora una forte percezione del prodigioso. Il sentimento religioso trasformava o dissolveva le letture politiche antiunitarie in generiche richieste di aiuto divino in favore della Chiesa. Dunque il saggio conferma, anche nell’area oggetto dell’indagine, che l’Ottocento può essere considerato come un secolo di transizione, con persistenze della religiosità arcaica, a tratti quasi magica, e con l’imporsi di orientamenti più equilibrati della pietà individuale e collettiva.
2017
9788866116462
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1421922
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