Il saggio ripercorre la storia del movimento cattolico in Umbria partendo, all’indomani dell’Unità, dall’attività del prete perugino don Umberto Benigni, che dopo aver manifestato orientamenti cristiano-sociali diverrà uno dei maggiori animatori della lotta contro ogni forma di modernismo e contro ogni tendenza liberale all’interno del mondo cattolico, per poi verificare la forte presenza del movimento conciliatorista, da legare all’esistenza nella regione di una fitta rete di opere pie, che alimentarono nel laicato una diffusa volontà di partecipare, attraverso gli enti territoriali locali, alla gestione del ricco “patrimonio dei poveri”, fino a sottolineare l’impatto della lettera enciclica Rerum Novarum, che non va ricercata tanto nella somma innumerevole di iniziative assunte, anche se queste non mancarono, quanto piuttosto in una mobilitazione delle coscienze che riuscì almeno ad avvicinare Chiesa e vita. Con il nuovo secolo l’enciclica leonina rappresentò per i democratici cristiani della regione un obiettivo da realizzare e la premessa per superare la pretesa di svolgere un'azione sociale senza scelte politiche. La stagione del modernismo, assai significativa in Umbria, verrà affrontata attraverso lo studio dell’atteggiamento di mons. Michele Faloci Pulignani, appartenente a quella schiera di ecclesiastici che contrastarono quella corrente religiosa-politica-culturale, ma da una posizione dialogante, aliena da quegli eccessi che spesso condussero altri oppositori a utilizzare nella lotta metodi inquisitori, sostenuti dalla delazione, dal sospetto o peggio dalla calunnia.
Il movimento cattolico umbro fra intransigentismo,conciliatorismo e modernismo
Tosti M.
2018
Abstract
Il saggio ripercorre la storia del movimento cattolico in Umbria partendo, all’indomani dell’Unità, dall’attività del prete perugino don Umberto Benigni, che dopo aver manifestato orientamenti cristiano-sociali diverrà uno dei maggiori animatori della lotta contro ogni forma di modernismo e contro ogni tendenza liberale all’interno del mondo cattolico, per poi verificare la forte presenza del movimento conciliatorista, da legare all’esistenza nella regione di una fitta rete di opere pie, che alimentarono nel laicato una diffusa volontà di partecipare, attraverso gli enti territoriali locali, alla gestione del ricco “patrimonio dei poveri”, fino a sottolineare l’impatto della lettera enciclica Rerum Novarum, che non va ricercata tanto nella somma innumerevole di iniziative assunte, anche se queste non mancarono, quanto piuttosto in una mobilitazione delle coscienze che riuscì almeno ad avvicinare Chiesa e vita. Con il nuovo secolo l’enciclica leonina rappresentò per i democratici cristiani della regione un obiettivo da realizzare e la premessa per superare la pretesa di svolgere un'azione sociale senza scelte politiche. La stagione del modernismo, assai significativa in Umbria, verrà affrontata attraverso lo studio dell’atteggiamento di mons. Michele Faloci Pulignani, appartenente a quella schiera di ecclesiastici che contrastarono quella corrente religiosa-politica-culturale, ma da una posizione dialogante, aliena da quegli eccessi che spesso condussero altri oppositori a utilizzare nella lotta metodi inquisitori, sostenuti dalla delazione, dal sospetto o peggio dalla calunnia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.