I depositi di mendicità hanno rappresentato un'esperienza singolare nel quadro delle fondazioni di carattere assistenziale nate nella Francia di Antico Regime: il profilo istituzionale di queste case di lavoro dalla natura ibrida ha infatti vistosamente oscillato tra la vocazione filantropica e la missione repressiva e rieducatrice. In epoca napoleonica, nel quadro del generale programma imperiale di lotta alla mendicità e al vagabondaggio, l'idea di creare una rete di Dépôts de mendicité venne recuperata e rilanciata su scala europea: anche in questa fase, però, l'applicazione di un modello ancora incerto tra le istanze caritative e quelle coercitive generò fraintendimenti e bruschi ripensamenti. Un osservatorio di studio interessante è offerto, a tal proposito, dall'inserimento dei depositi di mendicità negli Stati romani, ossia quella porzione dell'ex Stato pontificio che venne conquistata da Napoleone nel 1809 e rimase unita all'Impero fino al 1814. Il territorio, nell'insieme caratterizzato da una complessa e articolata rete di istituzioni caritative, non era del tutto privo di esperienze analoghe, come il monumentale Ospizio Apostolico per mendicanti di San Michele a Ripa. L'incontro tra gli indirizzi, talvolta contraddittori, imposti dai funzionari francesi e le condizionanti eredità culturali e materiali del territorio occupato ha reso l'istituzione dei depositi di mendicità un terreno di sperimentazione e di riflessione fertile e significativo. L'esperienza elaborata in quell'intenso quinquennio si riversò negli anni della Restaurazione, nei quali il dibattito sul lavoro come strumento di formazione e di riabilitazione sociale assunse una centralità inedita.

I depositi di mendicità negli Stati romani e la dominazione napoleonica.Lavoro forzato e inclusione sociale

Chiara Coletti
2018

Abstract

I depositi di mendicità hanno rappresentato un'esperienza singolare nel quadro delle fondazioni di carattere assistenziale nate nella Francia di Antico Regime: il profilo istituzionale di queste case di lavoro dalla natura ibrida ha infatti vistosamente oscillato tra la vocazione filantropica e la missione repressiva e rieducatrice. In epoca napoleonica, nel quadro del generale programma imperiale di lotta alla mendicità e al vagabondaggio, l'idea di creare una rete di Dépôts de mendicité venne recuperata e rilanciata su scala europea: anche in questa fase, però, l'applicazione di un modello ancora incerto tra le istanze caritative e quelle coercitive generò fraintendimenti e bruschi ripensamenti. Un osservatorio di studio interessante è offerto, a tal proposito, dall'inserimento dei depositi di mendicità negli Stati romani, ossia quella porzione dell'ex Stato pontificio che venne conquistata da Napoleone nel 1809 e rimase unita all'Impero fino al 1814. Il territorio, nell'insieme caratterizzato da una complessa e articolata rete di istituzioni caritative, non era del tutto privo di esperienze analoghe, come il monumentale Ospizio Apostolico per mendicanti di San Michele a Ripa. L'incontro tra gli indirizzi, talvolta contraddittori, imposti dai funzionari francesi e le condizionanti eredità culturali e materiali del territorio occupato ha reso l'istituzione dei depositi di mendicità un terreno di sperimentazione e di riflessione fertile e significativo. L'esperienza elaborata in quell'intenso quinquennio si riversò negli anni della Restaurazione, nei quali il dibattito sul lavoro come strumento di formazione e di riabilitazione sociale assunse una centralità inedita.
2018
978-88-7892-335-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1428325
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