La ricerca viene sviluppata nell’ambito di un progetto relativo all’Analisi dell’organizzazione del lavoro nell’Università degli Studi di Lecce, inteso a ottimizzare la struttura attraverso interventi di formazione mirati all’empowerment delle risorse umane disponibili. Secondo un approccio relazionale, che tende a sottolineare gli aspetti psicologici delle modalità di reazione dell’individuo al proprio ambiente, la risposta che un individuo dà ad uno stimolo percepito come stressante è specifica (‘stress psicologico’: LAZARUS – DE LONGIS, 1983; LAZARUS 1984) e non riconducibile esclusivamente a fattori aspecifici dettati da particolari meccanismi biologici (SELYE, 1970, 1996; SELYE - TACHÈ, 1986). In questo quadro lo stress lavorativo, qui misurato mediante il Perceived Stress Questionnaire (LEVENSTEIN - PRANTERA, 1993), può essere diversamente caratterizzato secondo il genere di appartenenza degli individui, anche in conseguenza di una netta suddivisione dei ruoli all’interno della famiglia e dei conflitti di ruolo generati dalle diseguali opportunità di progresso di carriera rilevate per uomini e donne. Anche rispetto alle strategie di risposta allo stress (qui rilevate mediane il Coping Inventory Stressful Situations di Endler e Parker, [PEDRABISSI – SANTIANELLO, 1994]), sembra esserci una differenziazione legata al genere, fidando le donne più sull’emozione e sull’evitamento, mentre gli uomini sembrerebbero più centrati su una soluzione o sulla modificazione della situazione problematica. Quindi, mentre la donna lavoratrice troverebbe maggiore sollievo da situazioni lavorative stressanti prendendo distanza dall’ambiente di lavoro, l’uomo cercherebbe piuttosto soluzioni all’interno del suo posto di lavoro.
Stress lavorativo e strategie di coping nel personale amministrativo universitario. Progetto pilota
FEDERICI, Stefano
2003
Abstract
La ricerca viene sviluppata nell’ambito di un progetto relativo all’Analisi dell’organizzazione del lavoro nell’Università degli Studi di Lecce, inteso a ottimizzare la struttura attraverso interventi di formazione mirati all’empowerment delle risorse umane disponibili. Secondo un approccio relazionale, che tende a sottolineare gli aspetti psicologici delle modalità di reazione dell’individuo al proprio ambiente, la risposta che un individuo dà ad uno stimolo percepito come stressante è specifica (‘stress psicologico’: LAZARUS – DE LONGIS, 1983; LAZARUS 1984) e non riconducibile esclusivamente a fattori aspecifici dettati da particolari meccanismi biologici (SELYE, 1970, 1996; SELYE - TACHÈ, 1986). In questo quadro lo stress lavorativo, qui misurato mediante il Perceived Stress Questionnaire (LEVENSTEIN - PRANTERA, 1993), può essere diversamente caratterizzato secondo il genere di appartenenza degli individui, anche in conseguenza di una netta suddivisione dei ruoli all’interno della famiglia e dei conflitti di ruolo generati dalle diseguali opportunità di progresso di carriera rilevate per uomini e donne. Anche rispetto alle strategie di risposta allo stress (qui rilevate mediane il Coping Inventory Stressful Situations di Endler e Parker, [PEDRABISSI – SANTIANELLO, 1994]), sembra esserci una differenziazione legata al genere, fidando le donne più sull’emozione e sull’evitamento, mentre gli uomini sembrerebbero più centrati su una soluzione o sulla modificazione della situazione problematica. Quindi, mentre la donna lavoratrice troverebbe maggiore sollievo da situazioni lavorative stressanti prendendo distanza dall’ambiente di lavoro, l’uomo cercherebbe piuttosto soluzioni all’interno del suo posto di lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.