Il quesito di fondo che molti si pongono è se il rallentamento dell’economia italiana negli ultimi anni rifletta fenomeni congiunturali, e quindi di breve periodo, oppure problemi strutturali, la cui dimensione e i cui effetti si sono aggravati negli ultimi anni. I dati più recenti relativi al reddito e alla penetrazione delle merci italiane sui mercati mondiali confermano il dato di un significativo deterioramento della posizione economica dell’Italia a mala pena compensato, di recente, da un recupero di alcuni settori che hanno saputo modificare la propria capacità competitiva, spostandosi su mercati a maggior contenuto di innovazione e/o di capitale umano e cognitivo. I dati su salario e distribuzione del reddito confermano come tale dinamica non possa essere ricondotta ad un aumento del potere d’acquisto dei salari. Ne consegue l’ipotesi che i problemi dell’economia italiana abbiano natura fondamentalmente strutturale, ipotesi suffragata dalla dinamica della produttività, che, in calo da diversi decenni, si attesta oggi su valori negativi e comunque di molto inferiori a quelli rilevati negli altri Paesi industrializzati. La discussione dei temi menzionati viene qui condotta usando come cartina di tornasole l’analisi della differente intensità del nesso tra dinamiche produttive, dinamiche esportative e reddito, riferita all’insieme e a ciascuna delle regioni italiane. Shift Share Analysis e tassonomia di Pavitt sono gli strumenti di lavoro per mostrare come e quanto le trasformazioni che caratterizzano le basi produttive di ogni regione italiana suffraghino l’esistenza di un legame tra stabilità del profilo industriale, dinamica delle esportazioni settoriali e intensità delle differenze espresse in termini di prodotto per abitante.
Percorsi di sviluppo regionale e internazionalizzazione: una verifica empirica
Simona Bigerna
2008
Abstract
Il quesito di fondo che molti si pongono è se il rallentamento dell’economia italiana negli ultimi anni rifletta fenomeni congiunturali, e quindi di breve periodo, oppure problemi strutturali, la cui dimensione e i cui effetti si sono aggravati negli ultimi anni. I dati più recenti relativi al reddito e alla penetrazione delle merci italiane sui mercati mondiali confermano il dato di un significativo deterioramento della posizione economica dell’Italia a mala pena compensato, di recente, da un recupero di alcuni settori che hanno saputo modificare la propria capacità competitiva, spostandosi su mercati a maggior contenuto di innovazione e/o di capitale umano e cognitivo. I dati su salario e distribuzione del reddito confermano come tale dinamica non possa essere ricondotta ad un aumento del potere d’acquisto dei salari. Ne consegue l’ipotesi che i problemi dell’economia italiana abbiano natura fondamentalmente strutturale, ipotesi suffragata dalla dinamica della produttività, che, in calo da diversi decenni, si attesta oggi su valori negativi e comunque di molto inferiori a quelli rilevati negli altri Paesi industrializzati. La discussione dei temi menzionati viene qui condotta usando come cartina di tornasole l’analisi della differente intensità del nesso tra dinamiche produttive, dinamiche esportative e reddito, riferita all’insieme e a ciascuna delle regioni italiane. Shift Share Analysis e tassonomia di Pavitt sono gli strumenti di lavoro per mostrare come e quanto le trasformazioni che caratterizzano le basi produttive di ogni regione italiana suffraghino l’esistenza di un legame tra stabilità del profilo industriale, dinamica delle esportazioni settoriali e intensità delle differenze espresse in termini di prodotto per abitante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.