Il saggio contiene le risultanze di una ricerca sulle povertà dei minori nella Unione Europea che ho realizzato su incarico di SRM (Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno). Il saggio investiga il fenomeno del “rischio della povertà minorile”, in tutte le sue diverse dimensioni (rischio di povertà monetaria, condizione di grave deprivazione materiale, presenza di un nucleo familiare a bassa intensità di lavoro), nei 28 paesi della Unione Europea in base ai dati Eurostat, più in particolare in base ai dati EU-SILC (EU Statistics on income and living conditions). La povertà dei minori viene indagata secondo la sua consistenza al 2015, la sua distribuzione geografica al 2015, la sua evoluzione nel tempo (nel periodo 2007-2016). Vengono anche analizzati in dettaglio i fattori che influenzano il rischio di povertà dei minori nella Unione Europea: la composizione del nucleo familiare, le modalità/intensità con cui i genitori sono impiegati sul mercato del lavoro, il livello di istruzione dei genitori, il paese di nascita dei genitori. Il saggio analizza anche il fenomeno della “deprivazione materiale grave” dei minori nella Unione Europea nel periodo 2014-2015 investigando la sua dinamica, la sua diffusione, la sua composizione e le sue principali determinanti. Il saggio esamina anche il “rischio di povertà in senso stretto”, ovvero il rischio di povertà monetaria dei minori presente nella Unione Europea sempre nella sua più recente dinamica. Viene anche analizzato il benefico effetto dei trasferimenti sociali monetari sull’alleviamento della povertà minorile esaminando l’impatto che i differenti modelli di Welfare State presenti in Europa esercitano sul fenomeno. Il saggio effettua anche una cluster analysis del rischio di povertà minorile nella Unione Europea, potendo le sue tre componenti (rischio di povertà, grave deprivazione materiale, vivere in un nucleo familiare a molto bassa intensità di lavoro) essere presenti, in combinazioni diverse, nei vari gruppi di minori. Il saggio sviluppa anche un’analisi della “povertà educativa” dei minori nella Unione Europea al 2015, dato che il rischio di povertà, nelle sue varie articolazioni, incide sulla performance scolastica dei minori e sull’abbandono scolastico. Il saggio passa in rassegna anche gli altri fattori che, in aggiunta al rischio di povertà, incidono sulla povertà educativa (come la differenza di genere, il paese di nascita dello studente e dei suoi genitori, la partecipazione o meno a programmi educativi per la prima infanzia). L’analisi sulla povertà educativa è stata condotta facendo riferimento all’indagine PISA (Program for International Students Assessment), promossa dall’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che valuta le conoscenze acquisite dagli studenti quindicenni nel campo delle scienze, della matematica e della lettura e la loro capacità di applicarle a contesti extrascolastici ed a situazioni reali di vita. Il saggio si conclude con la ricognizione del fenomeno dei Neets presenti nella Unione Europea dal 2014 al 2015 e dei fattori che incidono sulla probabilità di appartenere a questo gruppo.

Le dinamiche della povertà. Alcune evidenze empiriche nell’Unione Europea ed in Italia

Cristina Montesi
2018

Abstract

Il saggio contiene le risultanze di una ricerca sulle povertà dei minori nella Unione Europea che ho realizzato su incarico di SRM (Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno). Il saggio investiga il fenomeno del “rischio della povertà minorile”, in tutte le sue diverse dimensioni (rischio di povertà monetaria, condizione di grave deprivazione materiale, presenza di un nucleo familiare a bassa intensità di lavoro), nei 28 paesi della Unione Europea in base ai dati Eurostat, più in particolare in base ai dati EU-SILC (EU Statistics on income and living conditions). La povertà dei minori viene indagata secondo la sua consistenza al 2015, la sua distribuzione geografica al 2015, la sua evoluzione nel tempo (nel periodo 2007-2016). Vengono anche analizzati in dettaglio i fattori che influenzano il rischio di povertà dei minori nella Unione Europea: la composizione del nucleo familiare, le modalità/intensità con cui i genitori sono impiegati sul mercato del lavoro, il livello di istruzione dei genitori, il paese di nascita dei genitori. Il saggio analizza anche il fenomeno della “deprivazione materiale grave” dei minori nella Unione Europea nel periodo 2014-2015 investigando la sua dinamica, la sua diffusione, la sua composizione e le sue principali determinanti. Il saggio esamina anche il “rischio di povertà in senso stretto”, ovvero il rischio di povertà monetaria dei minori presente nella Unione Europea sempre nella sua più recente dinamica. Viene anche analizzato il benefico effetto dei trasferimenti sociali monetari sull’alleviamento della povertà minorile esaminando l’impatto che i differenti modelli di Welfare State presenti in Europa esercitano sul fenomeno. Il saggio effettua anche una cluster analysis del rischio di povertà minorile nella Unione Europea, potendo le sue tre componenti (rischio di povertà, grave deprivazione materiale, vivere in un nucleo familiare a molto bassa intensità di lavoro) essere presenti, in combinazioni diverse, nei vari gruppi di minori. Il saggio sviluppa anche un’analisi della “povertà educativa” dei minori nella Unione Europea al 2015, dato che il rischio di povertà, nelle sue varie articolazioni, incide sulla performance scolastica dei minori e sull’abbandono scolastico. Il saggio passa in rassegna anche gli altri fattori che, in aggiunta al rischio di povertà, incidono sulla povertà educativa (come la differenza di genere, il paese di nascita dello studente e dei suoi genitori, la partecipazione o meno a programmi educativi per la prima infanzia). L’analisi sulla povertà educativa è stata condotta facendo riferimento all’indagine PISA (Program for International Students Assessment), promossa dall’OECD (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che valuta le conoscenze acquisite dagli studenti quindicenni nel campo delle scienze, della matematica e della lettura e la loro capacità di applicarle a contesti extrascolastici ed a situazioni reali di vita. Il saggio si conclude con la ricognizione del fenomeno dei Neets presenti nella Unione Europea dal 2014 al 2015 e dei fattori che incidono sulla probabilità di appartenere a questo gruppo.
2018
978-88-7431-912-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1436492
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