Tutti i mistici come Santa Teresa di Gesù hanno vissuto contemplazione e azione senza metterle mai in contrapposizione perchè la vita cristiana si modula secondo un ritmo di avvicendamento: la contemplazione perfeziona la vita attiva e la vita attiva dispone alla contemplazione e produce buoni frutti grazie ad essa. Ecco perché Teresa ha sempre manifestato preoccupazione per i problemi vitali e contingenti della sua epoca (la Riforma protestante, la conquista delle Americhe, la sfida di «un mondo in fiamme» per i conflitti di religione, la preoccupazione per le conquiste territoriali dei Mori, i conflitti potenziali tra le nazioni, l’arretratezza della società spagnola). La conciliabilità della dimensione della contemplazione con quella dell’azione rende quindi possibile collocare la figura di Teresa non “fuori dal mondo”, ma pienamente “nel mondo”, dove essa ha operato alacremente per il bene dell’umanità e della Chiesa fondando addirittura un nuovo ordine monastico con i relativi monasteri femminili. Per aprire i suoi monasteri Teresa, amante della preghiera in solitudine, diventerà, secondo il ritratto che tratteggia di se stessa, una «grande mercantessa e affarista» (baratona y negociadora) (Lettere 19; 121), senza tuttavia mai perdere di vista l’altro suo compito: l’essere «serva dell’amore» (Vita 11, 1). Le «opere», sia quelle interiori che esteriori, sono per Teresa strettamente connesse e si sviluppano solo nella misura con cui cresce l’amore, proprio come avviene nel paradigma dell’Economia Civile, ove l’attività economica per il suo nascere e dispiegarsi attinge forza, senso, dinamismo dai beni relazionali.

Le fondazioni di Teresa di Gesù

Cristina Montesi
;
2017

Abstract

Tutti i mistici come Santa Teresa di Gesù hanno vissuto contemplazione e azione senza metterle mai in contrapposizione perchè la vita cristiana si modula secondo un ritmo di avvicendamento: la contemplazione perfeziona la vita attiva e la vita attiva dispone alla contemplazione e produce buoni frutti grazie ad essa. Ecco perché Teresa ha sempre manifestato preoccupazione per i problemi vitali e contingenti della sua epoca (la Riforma protestante, la conquista delle Americhe, la sfida di «un mondo in fiamme» per i conflitti di religione, la preoccupazione per le conquiste territoriali dei Mori, i conflitti potenziali tra le nazioni, l’arretratezza della società spagnola). La conciliabilità della dimensione della contemplazione con quella dell’azione rende quindi possibile collocare la figura di Teresa non “fuori dal mondo”, ma pienamente “nel mondo”, dove essa ha operato alacremente per il bene dell’umanità e della Chiesa fondando addirittura un nuovo ordine monastico con i relativi monasteri femminili. Per aprire i suoi monasteri Teresa, amante della preghiera in solitudine, diventerà, secondo il ritratto che tratteggia di se stessa, una «grande mercantessa e affarista» (baratona y negociadora) (Lettere 19; 121), senza tuttavia mai perdere di vista l’altro suo compito: l’essere «serva dell’amore» (Vita 11, 1). Le «opere», sia quelle interiori che esteriori, sono per Teresa strettamente connesse e si sviluppano solo nella misura con cui cresce l’amore, proprio come avviene nel paradigma dell’Economia Civile, ove l’attività economica per il suo nascere e dispiegarsi attinge forza, senso, dinamismo dai beni relazionali.
2017
978-88-722-9649-3
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