Con il termine «contributo straordinario» si fa riferimento al versamento finanziario a favore dell’amministrazione quale corrispettivo per le valorizzazioni urbanistiche frutto della pianificazione. Il contributo straordinario è destinato a finanziare la città pubblica, essendo vincolato alla realizzazione di opere pubbliche, servizi di pubblica utilità o per la dotazione di standard aggiuntivi prevalentemente nell’ambito interessato dalla valorizzazione urbanistica. A differenza delle forme più tradizionali di perequazione urbanistica, il contributo straordinario realizza una forma di perequazione c.d. verticale, cioè fra privati e amministrazione. L’obiettivo dell’indagine proposta è verificare se – e a quali condizioni – il contributo straordinario possa realmente essere annoverato fra gli strumenti della perequazione urbanistica, soprattutto all’indomani degli interventi del legislatore statale, dapprima con la legge speciale per Roma Capitale, la l.122/20083 e, successivamente, con il c.d. decreto Sblocca Italia, il d.l. 133/2014 (convertito dalla l. 164/2014) che ha modificato l’art. 16 del d.p.r. 380/2001, introducendo il contributo straordinario al comma 4, lettera d) ter4. A tal fine, lo studio si articola in due parti: nella prima parte, anteriore alla sua positivizzazione, saranno verificati i presupposti che, secondo la giurisprudenza amministrativa, legittimano il ricorso delle amministrazioni al contributo straordinario, esaminandone la reale capacità di realizzare un effetto perequativo; nella seconda parte, successiva agli interventi del legislatore statale, l’analisi del dato normativo sarà finalizzata a verificare se l’istituto, così come delineato dal Testo unico dell’edilizia novellato (e dalla legge per Roma Capitale), sia ancora uno strumento perequativo e se, più in generale, la sua codificazione giovi realmente alla perequazione.
Il contributo straordinario come strumento di perequazione urbanistica
Annalisa Giusti
2018
Abstract
Con il termine «contributo straordinario» si fa riferimento al versamento finanziario a favore dell’amministrazione quale corrispettivo per le valorizzazioni urbanistiche frutto della pianificazione. Il contributo straordinario è destinato a finanziare la città pubblica, essendo vincolato alla realizzazione di opere pubbliche, servizi di pubblica utilità o per la dotazione di standard aggiuntivi prevalentemente nell’ambito interessato dalla valorizzazione urbanistica. A differenza delle forme più tradizionali di perequazione urbanistica, il contributo straordinario realizza una forma di perequazione c.d. verticale, cioè fra privati e amministrazione. L’obiettivo dell’indagine proposta è verificare se – e a quali condizioni – il contributo straordinario possa realmente essere annoverato fra gli strumenti della perequazione urbanistica, soprattutto all’indomani degli interventi del legislatore statale, dapprima con la legge speciale per Roma Capitale, la l.122/20083 e, successivamente, con il c.d. decreto Sblocca Italia, il d.l. 133/2014 (convertito dalla l. 164/2014) che ha modificato l’art. 16 del d.p.r. 380/2001, introducendo il contributo straordinario al comma 4, lettera d) ter4. A tal fine, lo studio si articola in due parti: nella prima parte, anteriore alla sua positivizzazione, saranno verificati i presupposti che, secondo la giurisprudenza amministrativa, legittimano il ricorso delle amministrazioni al contributo straordinario, esaminandone la reale capacità di realizzare un effetto perequativo; nella seconda parte, successiva agli interventi del legislatore statale, l’analisi del dato normativo sarà finalizzata a verificare se l’istituto, così come delineato dal Testo unico dell’edilizia novellato (e dalla legge per Roma Capitale), sia ancora uno strumento perequativo e se, più in generale, la sua codificazione giovi realmente alla perequazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.