Viviamo un tempo in cui il matrimonio tra potere e politica sembra sfociare in una separazione: un potere svincolato dalla politica, una politica priva di potere. Come pensare di far tornare potere e politica sotto lo stesso tetto? Un contributo può darlo sicuramente l’apertura della riflessione al terreno antropologico, in relazione al modo in cui si guarda all’umano e alle sue passioni. Ricco è infatti il dibattito intorno alla politicità delle passioni, che passa anche da una rilettura della modernità, finendo per declinare a vario modo il tema del governo di sé e del rapporto tra individuo e comunità. Ciò riapre in qualche modo la domanda di senso sul potere politico e la questione della pertinenza antropologica della politica. Dentro tale cornice si inscrive questo intervento, che vorrebbe presentare, a partire da alcune riflessioni di Paul Ricoeur, l’idea di un potere non necessariamente condannato a ridursi a passione acquisitiva, bensì chiamato ad essere riscoperto nella sua identità di sentimento fragile e paradossale, che dice dell’intermediarietà della condizione umana. Per non ridurre la visione del potere all’immagine pubblica alla quale pare condannato - cioè un esercizio che finisce nelle mani dei “peggiori” o dei “più realisti del re” perché i “migliori”, o comunque quanti sono mossi da alti ideali, spesso lo rifiutano, pur di non “sporcarsi le mani” - l’obiettivo è riscoprire l’origine non decaduta del potere (quindi non necessariamente violenta), a partire dalla sua connotazione antropologica. Il potere non ci parla della nostra potenza, bensì della nostra fragilità: una fragilità che non significa “cattività”, bensì possibilità di un “prima” innocente rispetto a passioni acquisitive e dominative. Un potere umano collocato nella polarità di interiorizzazione e oggettivazione, costituzione di sé e preferenza di sé può essere dunque prezioso per ripensare il paradigma del potere politico e riavvicinare quest’ultimo alla politica.

Il sentimento del potere. Una sfida antropologica alla politica

Luca Alici
2019

Abstract

Viviamo un tempo in cui il matrimonio tra potere e politica sembra sfociare in una separazione: un potere svincolato dalla politica, una politica priva di potere. Come pensare di far tornare potere e politica sotto lo stesso tetto? Un contributo può darlo sicuramente l’apertura della riflessione al terreno antropologico, in relazione al modo in cui si guarda all’umano e alle sue passioni. Ricco è infatti il dibattito intorno alla politicità delle passioni, che passa anche da una rilettura della modernità, finendo per declinare a vario modo il tema del governo di sé e del rapporto tra individuo e comunità. Ciò riapre in qualche modo la domanda di senso sul potere politico e la questione della pertinenza antropologica della politica. Dentro tale cornice si inscrive questo intervento, che vorrebbe presentare, a partire da alcune riflessioni di Paul Ricoeur, l’idea di un potere non necessariamente condannato a ridursi a passione acquisitiva, bensì chiamato ad essere riscoperto nella sua identità di sentimento fragile e paradossale, che dice dell’intermediarietà della condizione umana. Per non ridurre la visione del potere all’immagine pubblica alla quale pare condannato - cioè un esercizio che finisce nelle mani dei “peggiori” o dei “più realisti del re” perché i “migliori”, o comunque quanti sono mossi da alti ideali, spesso lo rifiutano, pur di non “sporcarsi le mani” - l’obiettivo è riscoprire l’origine non decaduta del potere (quindi non necessariamente violenta), a partire dalla sua connotazione antropologica. Il potere non ci parla della nostra potenza, bensì della nostra fragilità: una fragilità che non significa “cattività”, bensì possibilità di un “prima” innocente rispetto a passioni acquisitive e dominative. Un potere umano collocato nella polarità di interiorizzazione e oggettivazione, costituzione di sé e preferenza di sé può essere dunque prezioso per ripensare il paradigma del potere politico e riavvicinare quest’ultimo alla politica.
2019
978-88-9392-065-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1449108
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