«“Quanto differiscano l’essenza del necessario e quella del bene”. Bisogna tornare sempre a questo punto». Si tratta di una questione imprescindibile per la filosofia e che già Platone, a parere di Weil, aveva bene indicato nella Repub- blica. Per la pensatrice è una sorta di criterio di Verità: ogni pensiero che non «rispetta» tale limite è preda dell’illusione, della menzogna, del sogno, quest’ul- timo inteso in senso negativo come una specie di immaginazione compensatrice di vuoti e non come immaginazione creatrice. in tale prospettiva e in generale nell'Ontologia weiliana, assume un ruolo centrale la dimensione del Silenzio: spazio di incontro tra l'assolutezza della verità e la sua destinazione all'uomo.
Assenza che è presenza: silenzio di Dio, malheur e hasard in Simone Weil.
Massimiliano Marianelli
2019
Abstract
«“Quanto differiscano l’essenza del necessario e quella del bene”. Bisogna tornare sempre a questo punto». Si tratta di una questione imprescindibile per la filosofia e che già Platone, a parere di Weil, aveva bene indicato nella Repub- blica. Per la pensatrice è una sorta di criterio di Verità: ogni pensiero che non «rispetta» tale limite è preda dell’illusione, della menzogna, del sogno, quest’ul- timo inteso in senso negativo come una specie di immaginazione compensatrice di vuoti e non come immaginazione creatrice. in tale prospettiva e in generale nell'Ontologia weiliana, assume un ruolo centrale la dimensione del Silenzio: spazio di incontro tra l'assolutezza della verità e la sua destinazione all'uomo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.