Le prime campagne di scavo, presso il santuario greco di Gravisca, presero avvio nel 1970; nel 1979 per poter studiare la grande mole di manufatti portata alla luce fu deciso da Mario Torelli di interrompere le indagini sul campo, poi riprese nel 1994, per affrontare l’immensa fatica che avrebbe portato alla pubblicazione di dodici volumi dedicati alle varie classi di manufatti reperiti. La monografia sulle anfore da trasporto rinvenute presso il cd. “Santuario meridionale” si inserisce in questa serie, prendendo in esame gli esemplari sia di importazione che di produzione locale, un’analisi che non esclude un approccio statistico e distributivo, condotto alla luce delle nuove acquisizioni relativamente alla topografia dello scavo. Anche per le anfore da trasporto si conferma quanto già delineato a proposito di altre classe di manufatti, evidenziando la forte connotazione greco-orientale dei traffici e un culmine degli scambi a partire dalla seconda metà del VI secolo a.C. Nella fase successiva, con la crisi dell’emporion nei decenni tra 480/470 a.C., si assiste ad un calo di circa la metà dei valori, sia pure con una persistenza di presenze per quanto attiene alle anfore ionico-massaliote e corinzie B, segno della continuità, anche se in forme ridotta, di un mercato ancora attivo. Si segnala infine per questo periodo la forte riduzione delle anfore etrusche, ben in linea con il momento di crisi e di ristagno che caratterizzerà la vita del santuario fino all’ultimo ventennio del V secolo a.C.

Le anfore da trasporto dal santuario greco di Gravisca

L. Fiorini
2019

Abstract

Le prime campagne di scavo, presso il santuario greco di Gravisca, presero avvio nel 1970; nel 1979 per poter studiare la grande mole di manufatti portata alla luce fu deciso da Mario Torelli di interrompere le indagini sul campo, poi riprese nel 1994, per affrontare l’immensa fatica che avrebbe portato alla pubblicazione di dodici volumi dedicati alle varie classi di manufatti reperiti. La monografia sulle anfore da trasporto rinvenute presso il cd. “Santuario meridionale” si inserisce in questa serie, prendendo in esame gli esemplari sia di importazione che di produzione locale, un’analisi che non esclude un approccio statistico e distributivo, condotto alla luce delle nuove acquisizioni relativamente alla topografia dello scavo. Anche per le anfore da trasporto si conferma quanto già delineato a proposito di altre classe di manufatti, evidenziando la forte connotazione greco-orientale dei traffici e un culmine degli scambi a partire dalla seconda metà del VI secolo a.C. Nella fase successiva, con la crisi dell’emporion nei decenni tra 480/470 a.C., si assiste ad un calo di circa la metà dei valori, sia pure con una persistenza di presenze per quanto attiene alle anfore ionico-massaliote e corinzie B, segno della continuità, anche se in forme ridotta, di un mercato ancora attivo. Si segnala infine per questo periodo la forte riduzione delle anfore etrusche, ben in linea con il momento di crisi e di ristagno che caratterizzerà la vita del santuario fino all’ultimo ventennio del V secolo a.C.
2019
978-884675528-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1453110
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