Obiettivo di questo lavoro è riportare in luce le radici dionigiane della gnoseologia di Edith Stein e dimostrare quanto, secondo quest'ultima, la conoscenza della verità, che la filosofia da sempre cerca, sia possibile solo se illuminata dal Principio Primo, da cui trae la sua possibilità d'essere. Tutti i fondamenti e le conoscenze umane che pretendono di essere veridiche, devono dunque far riferimento a questa sorgente originaria del vero. E della verità, secondo quanto sottolinea lo studio di Edith Stein sulla “Teologia mistica” dell'Areopagita , esistono tre forme di conoscenza. Una conoscenza “naturale”, tipica di chi riesce a “sentire” il Creatore nella natura: «Il cantore dei salmi sente la voce di Dio nella natura» . Egli avverte naturalmente Dio, come presenza, nella sua Creazione. Vi è poi la conoscenza per fede, “indiretta”, in cui i simboli e le immagini contenute nelle Scritture vengono interpretati e compresi come espressioni della lingua divina. Si tratta di credere a tali espressioni e simboli come se portassero in se stessi «qualcosa che è nascosto dietro di essi e che si riflette nella parola indirettamente» . Questa forma di conoscenza, che necessita di un “affidarsi” proprio della fede, rappresenta dunque un'altra via di accesso alla conoscenza della verità e rappresenta il livello più alto a cui gli esseri umani possono spingersi.
L'interpretazione fenomenologica di Edith Stein dell'oOdine della conoscenza di Dionigi l'Areopagita
N. Ghigi
2019
Abstract
Obiettivo di questo lavoro è riportare in luce le radici dionigiane della gnoseologia di Edith Stein e dimostrare quanto, secondo quest'ultima, la conoscenza della verità, che la filosofia da sempre cerca, sia possibile solo se illuminata dal Principio Primo, da cui trae la sua possibilità d'essere. Tutti i fondamenti e le conoscenze umane che pretendono di essere veridiche, devono dunque far riferimento a questa sorgente originaria del vero. E della verità, secondo quanto sottolinea lo studio di Edith Stein sulla “Teologia mistica” dell'Areopagita , esistono tre forme di conoscenza. Una conoscenza “naturale”, tipica di chi riesce a “sentire” il Creatore nella natura: «Il cantore dei salmi sente la voce di Dio nella natura» . Egli avverte naturalmente Dio, come presenza, nella sua Creazione. Vi è poi la conoscenza per fede, “indiretta”, in cui i simboli e le immagini contenute nelle Scritture vengono interpretati e compresi come espressioni della lingua divina. Si tratta di credere a tali espressioni e simboli come se portassero in se stessi «qualcosa che è nascosto dietro di essi e che si riflette nella parola indirettamente» . Questa forma di conoscenza, che necessita di un “affidarsi” proprio della fede, rappresenta dunque un'altra via di accesso alla conoscenza della verità e rappresenta il livello più alto a cui gli esseri umani possono spingersi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.