Nel contributo Il colonialismo nell’opera di Jacopo Mazzei, Valentina Sommella si sofferma sull’interesse dimostrato per le tematiche coloniali da parte di Mazzei, economista molto attento anche alle ricadute politico-sociali delle politiche doganali attuate in diversi Stati, dall’Italia agli Stati Uniti. I rapporti tra gli Stati e le loro colonie sono infatti affrontati dallo studioso in diversi saggi di notevole spessore, quali Problemi della politica doganale coloniale dal dopoguerra (in «Rivista internazionale di scienze sociali», Milano, 1930); Il problema degli “spazi vitali” (in «Rivista di Studi politici internazionali», a. VIII, n. 3, luglio-settembre 1941), Italia e Africa settentrionale nel problema economico mediterraneo (Firenze, 1942); fino all’ultimo studio su L’utilità delle Colonie (in «Rivista di Studi politici internazionali», aa. XIII, n. 3-4 - XIV, n. 1-4, luglio 1946-ottobre 1947), nel quale l’autore ha evidenziato in modo «obiettivo e freddo» l’utilità che le colonie avevano portato alla madrepatria. Lo ha fatto in un momento ben specifico – il biennio 1946-47 – nel quale si decideva il destino delle colonie italiane, inserendosi dunque appieno nell’intenso dibattito del periodo sulla questione coloniale italiana in vista del trattato di pace del 1947 con il quale, com’è noto, l’Italia perse le colonie acquisite nel ventennio fascista mentre per quanto riguardava lo status delle colonie antecedenti al 1922 la questione fu demandata ad un accordo successivo tra le parti interessate o, in mancanza di esso entro un anno dall’entrata in vigore del trattato di pace, all’ONU.
Il colonialismo nell’opera di Jacopo Mazzei
Sommella, V.
2019
Abstract
Nel contributo Il colonialismo nell’opera di Jacopo Mazzei, Valentina Sommella si sofferma sull’interesse dimostrato per le tematiche coloniali da parte di Mazzei, economista molto attento anche alle ricadute politico-sociali delle politiche doganali attuate in diversi Stati, dall’Italia agli Stati Uniti. I rapporti tra gli Stati e le loro colonie sono infatti affrontati dallo studioso in diversi saggi di notevole spessore, quali Problemi della politica doganale coloniale dal dopoguerra (in «Rivista internazionale di scienze sociali», Milano, 1930); Il problema degli “spazi vitali” (in «Rivista di Studi politici internazionali», a. VIII, n. 3, luglio-settembre 1941), Italia e Africa settentrionale nel problema economico mediterraneo (Firenze, 1942); fino all’ultimo studio su L’utilità delle Colonie (in «Rivista di Studi politici internazionali», aa. XIII, n. 3-4 - XIV, n. 1-4, luglio 1946-ottobre 1947), nel quale l’autore ha evidenziato in modo «obiettivo e freddo» l’utilità che le colonie avevano portato alla madrepatria. Lo ha fatto in un momento ben specifico – il biennio 1946-47 – nel quale si decideva il destino delle colonie italiane, inserendosi dunque appieno nell’intenso dibattito del periodo sulla questione coloniale italiana in vista del trattato di pace del 1947 con il quale, com’è noto, l’Italia perse le colonie acquisite nel ventennio fascista mentre per quanto riguardava lo status delle colonie antecedenti al 1922 la questione fu demandata ad un accordo successivo tra le parti interessate o, in mancanza di esso entro un anno dall’entrata in vigore del trattato di pace, all’ONU.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.