Il saggio è una trascrizione ampliata dell’intervento al convegno a cura di Michele Dantini "Storia dell’arte, storia della critica, storia politica" (Perugia, Università per Stranieri e Palazzo della Penna, 22-23 maggio 2018) il quale si proponeva di tracciare un quadro ampio e diversificato dei rapporti tra artisti, società e politica nel periodo dell’entre-deux-guerres in Italia. Riprendendo un argomento oggetto di un mio più circoscritto contributo nel catalogo di mostra "Una profondissima quiete. Francalancia e il ritorno alla figura tra de Chirico e Donghi" (Assisi, Palazzo Bonacquisti, 18 maggio - 4 novembre 2018), il saggio riesamina figura e produzione di Riccardo Francalancia, fra i protagonisti del Realismo magico italiano, dagli esordi alla crisi del 1933, in relazione alle diverse istanze politiche e culturali della Roma anni Venti. Argomentando una nuova interpretazione del “giottismo” proprio alla pittura di paesaggio del pittore assisiate, questo viene letto come particolare declinazione del “magico naturale” metafisico cui non era estraneo il pensiero di un Bottai orientato, fin dai primi anni Venti, a riportare l’accento sul paesaggio come "civilized landscape" nel più ampio progetto politico fascista di ricucitura del tessuto sociale fra Stato e campagna.
Paesaggio e progetto. Il "giottismo" di Riccardo Francalancia fra politica, "metafisiche" e "ritorni" della Roma anni Venti
A. Migliorati
2019
Abstract
Il saggio è una trascrizione ampliata dell’intervento al convegno a cura di Michele Dantini "Storia dell’arte, storia della critica, storia politica" (Perugia, Università per Stranieri e Palazzo della Penna, 22-23 maggio 2018) il quale si proponeva di tracciare un quadro ampio e diversificato dei rapporti tra artisti, società e politica nel periodo dell’entre-deux-guerres in Italia. Riprendendo un argomento oggetto di un mio più circoscritto contributo nel catalogo di mostra "Una profondissima quiete. Francalancia e il ritorno alla figura tra de Chirico e Donghi" (Assisi, Palazzo Bonacquisti, 18 maggio - 4 novembre 2018), il saggio riesamina figura e produzione di Riccardo Francalancia, fra i protagonisti del Realismo magico italiano, dagli esordi alla crisi del 1933, in relazione alle diverse istanze politiche e culturali della Roma anni Venti. Argomentando una nuova interpretazione del “giottismo” proprio alla pittura di paesaggio del pittore assisiate, questo viene letto come particolare declinazione del “magico naturale” metafisico cui non era estraneo il pensiero di un Bottai orientato, fin dai primi anni Venti, a riportare l’accento sul paesaggio come "civilized landscape" nel più ampio progetto politico fascista di ricucitura del tessuto sociale fra Stato e campagna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.