In un precedente lavoro si è introdotta un'ipotesi circa la possibilità di collegare lo studio dei processi tipologici di modificazione alla definizione di vulnerabilità sismiche dei tessuti edilizi storici. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di estendere quegli studi fino alla definizione di criteri e metodologie operative che, oltre la fase di lettura e analisi, possano dare delle risposte all’esigenza di conferire maggiore sicurezza al patrimonio esistente. Successivamente a quel momento le ricerche sono progredite nella direzione di ampliare il livello di conoscenza, riferito non solo ai contesti citati nello studio precedente, bensì estendendolo a significative aree del territorio nazionale. Da queste ricerche sono emerse molte conferme alle impostazioni iniziali, ma si è capito come queste debbano arricchirsi di contributi ulteriori e multidisciplinari tra i quali emergono, prepotentemente, i settori della diagnostica e dell’archeologia post-classica. Il primo passo verso una conservazione consapevole dell’esistente si sostanzia, infatti, nell’ottenimento del maggior numero di informazioni sul processo modificativo che ha portato alla situazione attuale e sulla reale consistenza materico-costruttiva degli attuali tessuti edilizi consolidati. Il passo successivo riguarda la definizione di strumenti operativi che, nello spazio del medio periodo, pongano in evidenza quali trasformazioni suggerire o indicare per giungere all’obiettivo posto già da Giuffrè nel 1993, coniugare cioè sicurezza e conservazione, guidando gli interventi privati di recupero dell’esistente all’interno di una pianificazione operativa, estesa alla globalità dei tessuti di ogni singola unità urbana significativa.
Processo tipologico e sicurezza sismica #2
G. MOCHI
Methodology
2009
Abstract
In un precedente lavoro si è introdotta un'ipotesi circa la possibilità di collegare lo studio dei processi tipologici di modificazione alla definizione di vulnerabilità sismiche dei tessuti edilizi storici. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di estendere quegli studi fino alla definizione di criteri e metodologie operative che, oltre la fase di lettura e analisi, possano dare delle risposte all’esigenza di conferire maggiore sicurezza al patrimonio esistente. Successivamente a quel momento le ricerche sono progredite nella direzione di ampliare il livello di conoscenza, riferito non solo ai contesti citati nello studio precedente, bensì estendendolo a significative aree del territorio nazionale. Da queste ricerche sono emerse molte conferme alle impostazioni iniziali, ma si è capito come queste debbano arricchirsi di contributi ulteriori e multidisciplinari tra i quali emergono, prepotentemente, i settori della diagnostica e dell’archeologia post-classica. Il primo passo verso una conservazione consapevole dell’esistente si sostanzia, infatti, nell’ottenimento del maggior numero di informazioni sul processo modificativo che ha portato alla situazione attuale e sulla reale consistenza materico-costruttiva degli attuali tessuti edilizi consolidati. Il passo successivo riguarda la definizione di strumenti operativi che, nello spazio del medio periodo, pongano in evidenza quali trasformazioni suggerire o indicare per giungere all’obiettivo posto già da Giuffrè nel 1993, coniugare cioè sicurezza e conservazione, guidando gli interventi privati di recupero dell’esistente all’interno di una pianificazione operativa, estesa alla globalità dei tessuti di ogni singola unità urbana significativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.