Non tutti forse ricordano una delle pagine più atroci scritte in Russia dopo la rivoluzione d’Ottobre del 1917 che innesca una violenta contrapposizione sociale, resa ancor più aspra dalla decisione di Lenin, nel gennaio 1918, di sciogliere l’Assemblea parlamentare e dare avvio ufficialmente allo scontro civile tra diverse fazioni, in gran parte confluite nei due schieramenti, quello dei bianchi e quello dei rossi. Uno scontro che non sarà solo politico ma che riguarderà l’intera società postzarista alle prese con una nuova era che non aveva precedenti nella storia dell’umanità. Molti furono i protagonisti di quella stagione della storia russa che va sotto il nome di graždanskaja vojna. Attori che sono stati obliati dall’epoca sovietica per aver incarnato valori diametralmente opposti a quelli del regime inaugurato dalla presa del potere bolscevico e tenaci sostenitori di un ritorno al vecchio zarismo, anche se ricondurre il movimento bianco a sostenitori pro monarchici non rende giustizia a un fenomeno molto più vasto e variegato che al suo interno si componeva di mille anime
La guerra civile in Russia nei documenti militari e diplomatici italiani 1918-1922
Francesco Randazzo
2019
Abstract
Non tutti forse ricordano una delle pagine più atroci scritte in Russia dopo la rivoluzione d’Ottobre del 1917 che innesca una violenta contrapposizione sociale, resa ancor più aspra dalla decisione di Lenin, nel gennaio 1918, di sciogliere l’Assemblea parlamentare e dare avvio ufficialmente allo scontro civile tra diverse fazioni, in gran parte confluite nei due schieramenti, quello dei bianchi e quello dei rossi. Uno scontro che non sarà solo politico ma che riguarderà l’intera società postzarista alle prese con una nuova era che non aveva precedenti nella storia dell’umanità. Molti furono i protagonisti di quella stagione della storia russa che va sotto il nome di graždanskaja vojna. Attori che sono stati obliati dall’epoca sovietica per aver incarnato valori diametralmente opposti a quelli del regime inaugurato dalla presa del potere bolscevico e tenaci sostenitori di un ritorno al vecchio zarismo, anche se ricondurre il movimento bianco a sostenitori pro monarchici non rende giustizia a un fenomeno molto più vasto e variegato che al suo interno si componeva di mille animeI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.