Così come abbiamo imparato da Robert Venturi ad aprire nuovi orizzonti progettuali osservando con uno sguardo “a-valutativo” il paesaggio postmoderno di una via commerciale (resistendo alla tentazione di nascondere le insegne con gli alberi), potremmo imparare ad aprire nuovi orizzonti progettuali osservando con uno sguardo “a-valutativo” il paesaggio post-sismico di una piazza storica (resistendo alla tentazione di seppellire le macerie in una discarica). Questo il senso della Chiesa delle Macerie: una piccola cappella di campagna concepita in luogo della chiesa della Madonna di Cascia, distrutta dal terremoto che la mattina del 30 ottobre 2016 ha devastato la città di Norcia, ma anche una scultura abitabile,volta a incarnare una vera e propria metafora poetica. Il progetto infatti, ispirato dalla consapevolezza che la missione della ricostruzione non è solo quella di ricostruire luoghi, ma è anche e forse soprattutto quella di ricostruire identità, restituisce un edificio chiesastico apparentemente nuovo, perché previsto realizzato con una struttura antisismica in carpenteria lignea, ma in realtà profondamente antico, perché previsto rivestito con un “sudario” composto con le macerie che giacciono senza vita a terra: lacerti di pietre, architravi, cornici, coppi e tegole che forse, proprio perché custodiscono i ricordi e le speranze della popolazione locale, hanno il diritto di continuare a esistere. Anche se in un’altra forma.

Learning from Norcia. La Chiesa delle Macerie

Paolo Belardi
2020

Abstract

Così come abbiamo imparato da Robert Venturi ad aprire nuovi orizzonti progettuali osservando con uno sguardo “a-valutativo” il paesaggio postmoderno di una via commerciale (resistendo alla tentazione di nascondere le insegne con gli alberi), potremmo imparare ad aprire nuovi orizzonti progettuali osservando con uno sguardo “a-valutativo” il paesaggio post-sismico di una piazza storica (resistendo alla tentazione di seppellire le macerie in una discarica). Questo il senso della Chiesa delle Macerie: una piccola cappella di campagna concepita in luogo della chiesa della Madonna di Cascia, distrutta dal terremoto che la mattina del 30 ottobre 2016 ha devastato la città di Norcia, ma anche una scultura abitabile,volta a incarnare una vera e propria metafora poetica. Il progetto infatti, ispirato dalla consapevolezza che la missione della ricostruzione non è solo quella di ricostruire luoghi, ma è anche e forse soprattutto quella di ricostruire identità, restituisce un edificio chiesastico apparentemente nuovo, perché previsto realizzato con una struttura antisismica in carpenteria lignea, ma in realtà profondamente antico, perché previsto rivestito con un “sudario” composto con le macerie che giacciono senza vita a terra: lacerti di pietre, architravi, cornici, coppi e tegole che forse, proprio perché custodiscono i ricordi e le speranze della popolazione locale, hanno il diritto di continuare a esistere. Anche se in un’altra forma.
2020
9788831248105
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1461916
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact