La dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950 diede avvio ad una esperienza di cooperazione internazionale fortemente innovativa non solo sul piano economico, ma anche su quello politico. La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ha avuto infatti un ruolo decisivo nel processo di modernizzazione dell’economia europea e ha rappresentato al tempo stesso un’alternativa alla tradizionale politica estera. I saggi raccolti nel volume offrono un panorama complessivo dell’azione svolta dalla Ceca, soffermandosi sulla genesi del Trattato, sugli atteggiamenti e le scelte delle classi politiche ed imprenditoriali europee nei confronti del nuovo organismo e, soprattutto, sul ruolo svolto dallo stesso nei momenti cruciali delle ristrutturazioni dell’industria siderurgica e carbonifera nei paesi del vecchio continente, senza trascurarne la funzione di tutela sociale. Un’attenzione particolare è dedicata all’Italia che della Ceca fu una strenua sostenitrice: nonostante l’iniziale ostilità degli industriali privati e di alcuni settori della burocrazia, la partecipazione del paese all’organizzazione consentì all’industria italiana di mettersi al passo di quella europea e ne favorì in seguito la modernizzazione, attenuandone peraltro fortemente i costi sociali. II volume si sofferma sul funzionamento dell’organizzazione, facendo emergere il valore dei suoi funzionari e le sue peculiarità sopranazionali. Si occupa inoltre del ruolo svolto dall’Alta Autorità e – dopo la fusione degli esecutivi comunitari – dalla Commissione europea, sottolineando in particolare la dialettica con gli stati membri che frenò in qualche modo l’azione della Ceca, senza tuttavia impedire che introducesse nuove regole e nuovi standard nei mercati carbosiderurgici europei. In un momento in cui si affermavano nuovi equilibri mondiali, con esiti incerti in Europa, la scelta coraggiosa – quasi rivoluzionaria – di risolvere i problemi tra la Francia e la Germania sperimentando un modello di relazioni internazionali ancora in larga parte sconosciuto e fortemente avversato (come era quello ispirato al neofunzionalismo) ha aperto la strada a sempre più consistenti realizzazioni comunitarie, attraverso la libera adozione di regole e istituzioni comuni.
La Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (1952-2002). Gli esiti del Trattato in Europa e in Italia
TOSI, Luciano;
2004
Abstract
La dichiarazione di Robert Schuman del 9 maggio 1950 diede avvio ad una esperienza di cooperazione internazionale fortemente innovativa non solo sul piano economico, ma anche su quello politico. La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ha avuto infatti un ruolo decisivo nel processo di modernizzazione dell’economia europea e ha rappresentato al tempo stesso un’alternativa alla tradizionale politica estera. I saggi raccolti nel volume offrono un panorama complessivo dell’azione svolta dalla Ceca, soffermandosi sulla genesi del Trattato, sugli atteggiamenti e le scelte delle classi politiche ed imprenditoriali europee nei confronti del nuovo organismo e, soprattutto, sul ruolo svolto dallo stesso nei momenti cruciali delle ristrutturazioni dell’industria siderurgica e carbonifera nei paesi del vecchio continente, senza trascurarne la funzione di tutela sociale. Un’attenzione particolare è dedicata all’Italia che della Ceca fu una strenua sostenitrice: nonostante l’iniziale ostilità degli industriali privati e di alcuni settori della burocrazia, la partecipazione del paese all’organizzazione consentì all’industria italiana di mettersi al passo di quella europea e ne favorì in seguito la modernizzazione, attenuandone peraltro fortemente i costi sociali. II volume si sofferma sul funzionamento dell’organizzazione, facendo emergere il valore dei suoi funzionari e le sue peculiarità sopranazionali. Si occupa inoltre del ruolo svolto dall’Alta Autorità e – dopo la fusione degli esecutivi comunitari – dalla Commissione europea, sottolineando in particolare la dialettica con gli stati membri che frenò in qualche modo l’azione della Ceca, senza tuttavia impedire che introducesse nuove regole e nuovi standard nei mercati carbosiderurgici europei. In un momento in cui si affermavano nuovi equilibri mondiali, con esiti incerti in Europa, la scelta coraggiosa – quasi rivoluzionaria – di risolvere i problemi tra la Francia e la Germania sperimentando un modello di relazioni internazionali ancora in larga parte sconosciuto e fortemente avversato (come era quello ispirato al neofunzionalismo) ha aperto la strada a sempre più consistenti realizzazioni comunitarie, attraverso la libera adozione di regole e istituzioni comuni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.