Con l’editto Pacca del 1820 l’Accademia perugina veniva investita del ruolo di referente e revisore per la Commissione Belle Arti per gli interventi architettonici e decorativi ex-novo o di restauro e di pubblica utilità attuati nella città e territorio regionale. In questo ruolo l’Accademia, nelle figure dei suoi direttori, docenti, allievi e personalità ad essa diversamente legate, sarebbe stata protagonista dalla Restaurazione all’Unità di importanti iniziative volte a trasformare la città di Perugia in un’ottica di moderna funzionalità, nonché a tutelare e valorizzare il patrimonio storico-artistico locale. Altresì era corresponsabile dei drammatici restauri “puristi” che spogliavano antichi luoghi di culto del territorio regionale della loro stratificazione storico-artistica sei settecentesca. Il saggio, pertanto, propone una ricostruzione storico-critica di queste attività e progetti condotta attraverso lo spoglio sistematico di documenti perlopiù inediti conservati presso l’archivio storico dell’Accademia perugina, facendo luce anche su quegli aspetti legati alle esigenze di decoro e salute pubblica che, seppur di minor portata, furono testimoni di una moderna visione di città come collettività.
Per una città “moderna”. Progetti e restauri dell’Umbria preunitaria fra memoria, innovazione e processo identitario dalle carte dell’Accademia di Belle Arti di Perugia
Alessandra Migliorati
2020
Abstract
Con l’editto Pacca del 1820 l’Accademia perugina veniva investita del ruolo di referente e revisore per la Commissione Belle Arti per gli interventi architettonici e decorativi ex-novo o di restauro e di pubblica utilità attuati nella città e territorio regionale. In questo ruolo l’Accademia, nelle figure dei suoi direttori, docenti, allievi e personalità ad essa diversamente legate, sarebbe stata protagonista dalla Restaurazione all’Unità di importanti iniziative volte a trasformare la città di Perugia in un’ottica di moderna funzionalità, nonché a tutelare e valorizzare il patrimonio storico-artistico locale. Altresì era corresponsabile dei drammatici restauri “puristi” che spogliavano antichi luoghi di culto del territorio regionale della loro stratificazione storico-artistica sei settecentesca. Il saggio, pertanto, propone una ricostruzione storico-critica di queste attività e progetti condotta attraverso lo spoglio sistematico di documenti perlopiù inediti conservati presso l’archivio storico dell’Accademia perugina, facendo luce anche su quegli aspetti legati alle esigenze di decoro e salute pubblica che, seppur di minor portata, furono testimoni di una moderna visione di città come collettività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.