Christian Raimo propone una riflessione intorno all’identità italiana, per sottrarla al crescente “nazionalismo muscolare, che alla regione preferisce la retorica e la propaganda” dell’estrema destra sovranista. Attraverso un’analisi storico-politica, l’autore cerca di comprendere se e come è possibile “defascistizzare il nazionalismo” e capire da dove nasce il neonazionalismo. Un testo interessante, per i numerosi contributi citati e per l’ampiezza della discussione proposta, che coinvolge la stessa riflessione antropologica. Solo nell’ultimo capitolo Raimo sottolinea il valore euristico e decostruzionista di Fabietti e Remotti (i paradossi dell’identità), o il tema dell’”identità predatrice” di Arian Appadurai. Per questo Raimo propone un cambio di paradigma, a partire dal testo di Remotti, Somiglianze, per mettere in mora il concetto d’identità, a partire dalle riflessioni antropologiche, che cercano di disinnescare le forme di potere dell’ordine del discorso, per “immaginare un’ontologia che si strutturi intorno a concetti differenti da quello dell’identità, come quello di analogia” (p.130).
Christian Raimo, Contro l’identità italiana, Torino, Einaudi, 2019
Fiorella Giacalone
2020
Abstract
Christian Raimo propone una riflessione intorno all’identità italiana, per sottrarla al crescente “nazionalismo muscolare, che alla regione preferisce la retorica e la propaganda” dell’estrema destra sovranista. Attraverso un’analisi storico-politica, l’autore cerca di comprendere se e come è possibile “defascistizzare il nazionalismo” e capire da dove nasce il neonazionalismo. Un testo interessante, per i numerosi contributi citati e per l’ampiezza della discussione proposta, che coinvolge la stessa riflessione antropologica. Solo nell’ultimo capitolo Raimo sottolinea il valore euristico e decostruzionista di Fabietti e Remotti (i paradossi dell’identità), o il tema dell’”identità predatrice” di Arian Appadurai. Per questo Raimo propone un cambio di paradigma, a partire dal testo di Remotti, Somiglianze, per mettere in mora il concetto d’identità, a partire dalle riflessioni antropologiche, che cercano di disinnescare le forme di potere dell’ordine del discorso, per “immaginare un’ontologia che si strutturi intorno a concetti differenti da quello dell’identità, come quello di analogia” (p.130).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.