Nella storia delle forme di governo in età moderna, l’espressione «Stato libero» era usata con riferimento al modello politico delle repubbliche antiche, contrapposto alla tendenza degli Stati di organizzarsi in forma assoluta. Ma l’intento di congiungere due dimensioni diverse, la libertà dell’individuo e la libertà dello Stato, quella propria dei singoli uomini e quella collettiva derivante dalla istituzioni, in altre parole libertà soggettiva e libertà oggettiva, contribuì a modificare tale espressione in quella di «governo libero», che troviamo per la prima volta nelle Considerazioni sui Romani di Montesquieu e che rivela il proposito del grande scrittore francese di adottare una tipologia delle forme di governo incentrata non tanto sul numero dei governanti quanto sul modo di governare. Una volta accertato che era l’Inghilterra il paese dotato di un «governo libero» funzionante – come aveva notato anche Voltaire -, si aprì in Europa un dibattito sui modelli politici, che vide la nascita di una scienza politica impegnata a definire il posto delle “due libertà” all’interno di sistemi di governo in evoluzione e sempre più obbligati a tener conto delle richieste della società. Ma il proposito culturale unitario dell’Illuminismo – da Montesquieu a Kant - andò a frantumarsi, con la rivoluzione in Francia, sugli scogli delle diverse prospettive ideologiche, che continuarono a far sentire il loro influsso nell’Ottocento divaricando concezioni e progetti politici – ad esempio repubblicanesimo e costituzionalismo – che contribuirono a spiazzare la cultura europea di fronte all’avanzare della democrazia. Da Constant a Stuart Mill il pensiero politico, sviluppando idee di Condorcet, riuscì tuttavia a riportare il discorso sul terreno concreto delle forme di rappresentanza: secondo il filosofo inglese, il vero «governo libero» per i tempi moderni era il «governo rappresentativo», forma dinamica capace di congiungere i diritti dell’individuo con quelli della società, la libertà privata con quella pubblica, come leggiamo nel celebre saggio del 1861.

Alla ricerca del "governo libero". Il pensiero politico nell'Europa moderna da Montesquieu a Stuart Mill

CARINI, Carlo
2006

Abstract

Nella storia delle forme di governo in età moderna, l’espressione «Stato libero» era usata con riferimento al modello politico delle repubbliche antiche, contrapposto alla tendenza degli Stati di organizzarsi in forma assoluta. Ma l’intento di congiungere due dimensioni diverse, la libertà dell’individuo e la libertà dello Stato, quella propria dei singoli uomini e quella collettiva derivante dalla istituzioni, in altre parole libertà soggettiva e libertà oggettiva, contribuì a modificare tale espressione in quella di «governo libero», che troviamo per la prima volta nelle Considerazioni sui Romani di Montesquieu e che rivela il proposito del grande scrittore francese di adottare una tipologia delle forme di governo incentrata non tanto sul numero dei governanti quanto sul modo di governare. Una volta accertato che era l’Inghilterra il paese dotato di un «governo libero» funzionante – come aveva notato anche Voltaire -, si aprì in Europa un dibattito sui modelli politici, che vide la nascita di una scienza politica impegnata a definire il posto delle “due libertà” all’interno di sistemi di governo in evoluzione e sempre più obbligati a tener conto delle richieste della società. Ma il proposito culturale unitario dell’Illuminismo – da Montesquieu a Kant - andò a frantumarsi, con la rivoluzione in Francia, sugli scogli delle diverse prospettive ideologiche, che continuarono a far sentire il loro influsso nell’Ottocento divaricando concezioni e progetti politici – ad esempio repubblicanesimo e costituzionalismo – che contribuirono a spiazzare la cultura europea di fronte all’avanzare della democrazia. Da Constant a Stuart Mill il pensiero politico, sviluppando idee di Condorcet, riuscì tuttavia a riportare il discorso sul terreno concreto delle forme di rappresentanza: secondo il filosofo inglese, il vero «governo libero» per i tempi moderni era il «governo rappresentativo», forma dinamica capace di congiungere i diritti dell’individuo con quelli della società, la libertà privata con quella pubblica, come leggiamo nel celebre saggio del 1861.
2006
887957258X
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/149771
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