Il contributo prende in esame il modello storiografico de ‘la fine del paganesimo a Roma’, dedicando particolare attenzione alla recezione del volume di Alan Cameron, The last Pagans of Rome, Oxford 2011. Ricordando come il tema sia stato sviluppato dagli anni Trenta del secolo scorso e quali nuove prospettive si siano aperte di recente, si mostra come il problema del rapporto tra gli aristocratici pagani e quanti erano ormai cristiani nell’Urbe debba essere inserito in un quadro di riferimento più ampio per articolarne e approfondirne la valutazione d’insieme. Sebbene, infatti, l’aristocrazia romana tardoantica continuasse ad essere un ceto per status, ricchezze e cultura non paragonabile ad altre élites cittadine, il confronto con le persistenze pagane regionalmente documentate nell’Impero (sia d’Oriente che d’Occidente) coopera a rendere inadeguate categorie troppo rigide, quali ‘reazione pagana’, ‘conflitto’, ‘fine del paganesimo’, o modernizzanti come ‘tolleranza’, o ‘assenza di afflato religioso nei pagani di fine IV secolo’. Per valutare un fenomeno complesso quale la cristianizzazione di Roma e la trasformazione dei grandi senatori da pagani in cristiani, è infatti necessario tener conto dei lenti cambiamenti storico-politici che si realizzarono in tutto l’impero nel corso di due secoli, mentre mutavano il volto della città e in parte quello del cristianesimo e la ‘nuova fede’ si sostituiva al paganesimo come unica religione civica.
The 'last pagans of Rome': fine del paganesimo a Roma, tra consensi e polemiche
Lizzi
2021
Abstract
Il contributo prende in esame il modello storiografico de ‘la fine del paganesimo a Roma’, dedicando particolare attenzione alla recezione del volume di Alan Cameron, The last Pagans of Rome, Oxford 2011. Ricordando come il tema sia stato sviluppato dagli anni Trenta del secolo scorso e quali nuove prospettive si siano aperte di recente, si mostra come il problema del rapporto tra gli aristocratici pagani e quanti erano ormai cristiani nell’Urbe debba essere inserito in un quadro di riferimento più ampio per articolarne e approfondirne la valutazione d’insieme. Sebbene, infatti, l’aristocrazia romana tardoantica continuasse ad essere un ceto per status, ricchezze e cultura non paragonabile ad altre élites cittadine, il confronto con le persistenze pagane regionalmente documentate nell’Impero (sia d’Oriente che d’Occidente) coopera a rendere inadeguate categorie troppo rigide, quali ‘reazione pagana’, ‘conflitto’, ‘fine del paganesimo’, o modernizzanti come ‘tolleranza’, o ‘assenza di afflato religioso nei pagani di fine IV secolo’. Per valutare un fenomeno complesso quale la cristianizzazione di Roma e la trasformazione dei grandi senatori da pagani in cristiani, è infatti necessario tener conto dei lenti cambiamenti storico-politici che si realizzarono in tutto l’impero nel corso di due secoli, mentre mutavano il volto della città e in parte quello del cristianesimo e la ‘nuova fede’ si sostituiva al paganesimo come unica religione civica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.