Giocare è un continuo esercizio di costruzione, apprendimento e attraversamento dei contesti relazionali, spesso quotidiani, sempre complessi. I processi formativi si trovano sempre di fronte a due interpretazioni contrastanti che riguardano il giocare: si tratta di un’attività meramente ricreativa, di una cosa “poco seria”, di un inganno oppure di una via e un metodo “altro” per ricercare la “verità”? Tale contrasto può essere superato se si attribuisce al gioco anche il significato di “far finta”, to pretend. Il “far finta” rappresenta la possibilità di apprendere attraversando una pluralità di livelli di realtà e di relazione costruiti e inventati mediante gli infiniti giochi del “come se”. A questa accezione del termine “gioco” bisogna far riferimento nei processi formativi. Questo uso è completamente avulso dall’inganno volutamente organizzato e, addirittura, può servire a prevenirlo e a smascherarlo. Il giocare, l’entrare in gioco (in-ludere), può essere considerato un’illusione, ma non un inganno: nell’illusione è presupposta una qualche forma (sospesa o meno) di percezione e riconoscimento delle cornici, mentre nell’inganno deve essere esclusa e preclusa la percezione del contesto.

Giocare per formare a riconoscere le cornici relazionali

Milella
2021

Abstract

Giocare è un continuo esercizio di costruzione, apprendimento e attraversamento dei contesti relazionali, spesso quotidiani, sempre complessi. I processi formativi si trovano sempre di fronte a due interpretazioni contrastanti che riguardano il giocare: si tratta di un’attività meramente ricreativa, di una cosa “poco seria”, di un inganno oppure di una via e un metodo “altro” per ricercare la “verità”? Tale contrasto può essere superato se si attribuisce al gioco anche il significato di “far finta”, to pretend. Il “far finta” rappresenta la possibilità di apprendere attraversando una pluralità di livelli di realtà e di relazione costruiti e inventati mediante gli infiniti giochi del “come se”. A questa accezione del termine “gioco” bisogna far riferimento nei processi formativi. Questo uso è completamente avulso dall’inganno volutamente organizzato e, addirittura, può servire a prevenirlo e a smascherarlo. Il giocare, l’entrare in gioco (in-ludere), può essere considerato un’illusione, ma non un inganno: nell’illusione è presupposta una qualche forma (sospesa o meno) di percezione e riconoscimento delle cornici, mentre nell’inganno deve essere esclusa e preclusa la percezione del contesto.
2021
979-12-80289-12-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1501508
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