Il volume propone una nuova traduzione e interpretazione della Medea di Euripide letta quale tragedia dell’ossessione d’amore e dello sradicamento. Medea barbara, straniera priva di diritti politici e infine sradicata, cifra di uno sradicamento tipico della società moderna che ha origine nell’antichità, viene letta in forma inedita da Massimiliano Marianelli, attraverso categorie tipiche del pensiero di Simone Weil, e interpretata quale occasione per tornare a riflettere sulla natura dell’amore puro. Quindi l’immagine del letto, che Loscalzo rileva quale luogo in cui Medea trova la sua identità e la sua ragione di essere. La critica, antica e moderna, si è divisa nel considerare Euripide un misogino o colui che per primo svelò agli uomini la complessità del mondo femminile. In realtà è impossibile semplificare e l’inesauribile fascino della tragedia è dovuto proprio alle ambiguità e contraddizioni che si concentrano soprattutto nella figura della protagonista. In appendice un’analisi di Giulio Sacco sullo sviluppo del racconto tragico nella ricezione di Seneca, con la ripresa e l’ampliamento delle osservazioni di Martha Nussbaum. Una nuova traduzione del testo, curata da Donato Loscalzo, lo rende attuale e, pur nella fedeltà, perfettamente fruibile anche a un pubblico moderno. Emergono in alcuni casi letture diverse rispetto a quelle della vulgata che danno forza alle vie di interpretazioni proposte nel volume. Le note al testo, a cura di Giulia Vitali e Donato Loscalzo, consentono una chiarificazione dei numerosi passi che resterebbero comunque oscuri e forniscono informazioni sulla drammaturgia e sulla resa scenica dell’opera, oltre a dare indicazioni importanti sulla bibliografia più recente.
TRA RADICAMENTO E SRADICAMENTO: IL MITO COME CORRISPONDENZA AL VERO IN SIMONE WEIL E L’OSSESSIONE DELL’AMORE IN MEDEA.
Massimiliano MArianelli
2021
Abstract
Il volume propone una nuova traduzione e interpretazione della Medea di Euripide letta quale tragedia dell’ossessione d’amore e dello sradicamento. Medea barbara, straniera priva di diritti politici e infine sradicata, cifra di uno sradicamento tipico della società moderna che ha origine nell’antichità, viene letta in forma inedita da Massimiliano Marianelli, attraverso categorie tipiche del pensiero di Simone Weil, e interpretata quale occasione per tornare a riflettere sulla natura dell’amore puro. Quindi l’immagine del letto, che Loscalzo rileva quale luogo in cui Medea trova la sua identità e la sua ragione di essere. La critica, antica e moderna, si è divisa nel considerare Euripide un misogino o colui che per primo svelò agli uomini la complessità del mondo femminile. In realtà è impossibile semplificare e l’inesauribile fascino della tragedia è dovuto proprio alle ambiguità e contraddizioni che si concentrano soprattutto nella figura della protagonista. In appendice un’analisi di Giulio Sacco sullo sviluppo del racconto tragico nella ricezione di Seneca, con la ripresa e l’ampliamento delle osservazioni di Martha Nussbaum. Una nuova traduzione del testo, curata da Donato Loscalzo, lo rende attuale e, pur nella fedeltà, perfettamente fruibile anche a un pubblico moderno. Emergono in alcuni casi letture diverse rispetto a quelle della vulgata che danno forza alle vie di interpretazioni proposte nel volume. Le note al testo, a cura di Giulia Vitali e Donato Loscalzo, consentono una chiarificazione dei numerosi passi che resterebbero comunque oscuri e forniscono informazioni sulla drammaturgia e sulla resa scenica dell’opera, oltre a dare indicazioni importanti sulla bibliografia più recente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.