La questione dell’«eredità» del fascismo è complicata e di difficile definizione per la mancanza o l’ambiguità di indicatori adatti a mettere in luce con precisione la discontinuità e le persistenze, nei diversi gruppi sociali, nelle diverse aree geografiche e nelle diverse classi d’età, di idee, valori e costumi forgiati nel clima, se non sotto l’influsso diretto dell’ideologia del fascismo. L’a. individua nel dibattito svoltosi nell’immediato dopoguerra il riferimento per inquadrare correttamente il complesso rapporto intrattenuto dagli italiani con l’esperienza e la memoria del fascismo, per ricostruire la percezione che della dittatura e dei suoi lasciti ebbero i contemporanei e quindi per tentare di valutare l’impatto del progetto totalitario del regime e i suoi effetti di lungo periodo sulla società italiana. All’interno di questa cornice, l’attenzione viene focalizzata sulle generazioni che si erano formate completamente nell’orizzonte culturale del fascismo e nelle sue organizzazioni, in particolare sulla gioventù intellettuale, per cercare di rilevare i condizionamenti di quella formazione originaria, le linee di continuità e le fratture nel percorso di transizione al postfascismo. Ricostruire il processo compiuto dalla gioventù intellettuale per liberarsi dalle suggestioni e dai miti del fascismo contribuisce peraltro alla conoscenza della travagliata riconversione alla democrazia di una parte rilevante della classe dirigente nazionale formata per servire lo «Stato nuovo» fascista.
L'eredità del fascismo. Gli intellettuali, i giovani e la transizione al postfascismo, 1943-1948
LA ROVERE, LUCA
2008
Abstract
La questione dell’«eredità» del fascismo è complicata e di difficile definizione per la mancanza o l’ambiguità di indicatori adatti a mettere in luce con precisione la discontinuità e le persistenze, nei diversi gruppi sociali, nelle diverse aree geografiche e nelle diverse classi d’età, di idee, valori e costumi forgiati nel clima, se non sotto l’influsso diretto dell’ideologia del fascismo. L’a. individua nel dibattito svoltosi nell’immediato dopoguerra il riferimento per inquadrare correttamente il complesso rapporto intrattenuto dagli italiani con l’esperienza e la memoria del fascismo, per ricostruire la percezione che della dittatura e dei suoi lasciti ebbero i contemporanei e quindi per tentare di valutare l’impatto del progetto totalitario del regime e i suoi effetti di lungo periodo sulla società italiana. All’interno di questa cornice, l’attenzione viene focalizzata sulle generazioni che si erano formate completamente nell’orizzonte culturale del fascismo e nelle sue organizzazioni, in particolare sulla gioventù intellettuale, per cercare di rilevare i condizionamenti di quella formazione originaria, le linee di continuità e le fratture nel percorso di transizione al postfascismo. Ricostruire il processo compiuto dalla gioventù intellettuale per liberarsi dalle suggestioni e dai miti del fascismo contribuisce peraltro alla conoscenza della travagliata riconversione alla democrazia di una parte rilevante della classe dirigente nazionale formata per servire lo «Stato nuovo» fascista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.