Il paradosso forse più bizzarro – e seducente – che l'esistenza della deontologia professionale ci induce a meditare, è dato dallo “scarto semantico” tra la parola con cui siamo soliti denominarla ed il suo significato profondo. Nell’ambito delle discipline morali, essa si presenta come dottrina dei doveri ed invece è anzitutto un’illustrazione di scopi, alla cui realizzazione i comportamenti raccomandati o prescritti sono finalizzati. La si chiama deontologia ed invece è una teleologia: persino le codificazioni deontologiche confermano, sul piano positivo, l’intento principale della disciplina, che è quello di tracciare un orizzonte di riferimento. La deontologia professionale – questo è lo sfondo concettuale in cui si muove ogni pagina del presente libro – ci ricorda anzitutto che il lavoro umano ha un senso antropologico: non è mera costrizione di origine biologico-materiale, perché anche in esso l’uomo “si incammina verso se stesso”. Il lavoro è uno degli ambiti della vita umana in cui entrano in complessa e feconda dialettica la necessità e la libertà: per tale ragione esso è innervato da significati morali, come testimonia tutta la storia del suo concetto. Di più: il lavoro deriva da relazioni e tesse relazioni tra gli uomini; condiziona la concreta esistenza della famiglia come primo aggregato naturale, e via via ogni forma di associazione umana fino al mondo intero: passando attraverso la categoria professionale, che costituisce una decisiva istituzionalizzazione dei rapporti di colleganza professionale, e non certo per accidente è la fonte della loro disciplina deontologica, sia sul piano delle previsioni normative che su quello applicativo. Nel presente libro, tutto ciò cerca e trova conferma anche sul piano empirico, in particolare nei capitoli specificamente dedicati alla deontologia medica ed a quella giuridica. La verità, individuale e comunitaria, del lavoro professionale, giustifica ed orienta l'esistenza ed i contenuti della sua deontologia, con una connessione assai simile a quella tra struttura ontologica dell’uomo e dimensione giuridica del vivere. La “lotta” per la professione ed il suo senso alto, identificato e protetto dalla deontologia, si rivela in tal modo analoga alla lotta per il diritto, ed è come essa caratterizzata e nobilitata dal suo consistere in una lotta per l’uomo.
Deontologia : Filosofia del lavoro professionale
Sartea C
2010
Abstract
Il paradosso forse più bizzarro – e seducente – che l'esistenza della deontologia professionale ci induce a meditare, è dato dallo “scarto semantico” tra la parola con cui siamo soliti denominarla ed il suo significato profondo. Nell’ambito delle discipline morali, essa si presenta come dottrina dei doveri ed invece è anzitutto un’illustrazione di scopi, alla cui realizzazione i comportamenti raccomandati o prescritti sono finalizzati. La si chiama deontologia ed invece è una teleologia: persino le codificazioni deontologiche confermano, sul piano positivo, l’intento principale della disciplina, che è quello di tracciare un orizzonte di riferimento. La deontologia professionale – questo è lo sfondo concettuale in cui si muove ogni pagina del presente libro – ci ricorda anzitutto che il lavoro umano ha un senso antropologico: non è mera costrizione di origine biologico-materiale, perché anche in esso l’uomo “si incammina verso se stesso”. Il lavoro è uno degli ambiti della vita umana in cui entrano in complessa e feconda dialettica la necessità e la libertà: per tale ragione esso è innervato da significati morali, come testimonia tutta la storia del suo concetto. Di più: il lavoro deriva da relazioni e tesse relazioni tra gli uomini; condiziona la concreta esistenza della famiglia come primo aggregato naturale, e via via ogni forma di associazione umana fino al mondo intero: passando attraverso la categoria professionale, che costituisce una decisiva istituzionalizzazione dei rapporti di colleganza professionale, e non certo per accidente è la fonte della loro disciplina deontologica, sia sul piano delle previsioni normative che su quello applicativo. Nel presente libro, tutto ciò cerca e trova conferma anche sul piano empirico, in particolare nei capitoli specificamente dedicati alla deontologia medica ed a quella giuridica. La verità, individuale e comunitaria, del lavoro professionale, giustifica ed orienta l'esistenza ed i contenuti della sua deontologia, con una connessione assai simile a quella tra struttura ontologica dell’uomo e dimensione giuridica del vivere. La “lotta” per la professione ed il suo senso alto, identificato e protetto dalla deontologia, si rivela in tal modo analoga alla lotta per il diritto, ed è come essa caratterizzata e nobilitata dal suo consistere in una lotta per l’uomo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.