La notorietà di Pareto ha condotto a “tirarlo” verso l’una o l’altra posizione politica. Così, in passato, si sono richiamati alla sua opera sia autori liberali, come Burzio, Gobetti e Dorso, sia autori fascisti, come Volt, Morselli, Stirati e Scalfati. È proprio al rapporto, a tratti non chiaro, fra Pareto e il fascismo, che è dedicato il lavoro. L’analisi svolta, proponendo una lettura originale del Trattato di sociologia generale, scaturisce in un serrato confronto con la teoria politica paretiana: Pareto, come uomo e giornalista politico, non può essere in alcun modo considerato un pensatore fascista; eppure la sua teoria, negli aspetti della critica dell’ideologia, dell’idea di élite e della critica della democrazia, rappresenta l’anello di congiunzione fra la dissoluzione dei sistemi ideali dell’Italia post-risorgimentale e l’affermazione delle nascenti ideologie totalitarie.
Pareto e il fascismo
BARBIERI, GIOVANNI
2003
Abstract
La notorietà di Pareto ha condotto a “tirarlo” verso l’una o l’altra posizione politica. Così, in passato, si sono richiamati alla sua opera sia autori liberali, come Burzio, Gobetti e Dorso, sia autori fascisti, come Volt, Morselli, Stirati e Scalfati. È proprio al rapporto, a tratti non chiaro, fra Pareto e il fascismo, che è dedicato il lavoro. L’analisi svolta, proponendo una lettura originale del Trattato di sociologia generale, scaturisce in un serrato confronto con la teoria politica paretiana: Pareto, come uomo e giornalista politico, non può essere in alcun modo considerato un pensatore fascista; eppure la sua teoria, negli aspetti della critica dell’ideologia, dell’idea di élite e della critica della democrazia, rappresenta l’anello di congiunzione fra la dissoluzione dei sistemi ideali dell’Italia post-risorgimentale e l’affermazione delle nascenti ideologie totalitarie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.