La Costantinopoli di De Amicis è un monstrum, un’entità prodigiosa capace di meravigliare e allo stesso tempo orripilare; è “immagine di tutte le città della terra e raccoglie in sé tutti gli aspetti della vita umana”. E come tale è raccontata, quasi un essere mitologico, a tratti stereotipato e immaginifico. Istanbul è città da esperire e per De Amicis, come per Rossi, rappresenta il punto di demarcazione della propria esperienza: c’è un prima e un dopo. Lo scrittore parla per emozioni, talvolta retoriche, senza distinguere quasi mai i fatti urbani da quelli umani: descrive allo stesso modo la vita e il crogiuolo di case e strade, ammassato sulla topografia.
Edmondo De Amicis Costantinopoli Einaudi, Torino 2015 (ed. originale Fratelli Treves, Milano 1877) ISBN: 978-88-06-22818-7
Eliana Martinelli
2021
Abstract
La Costantinopoli di De Amicis è un monstrum, un’entità prodigiosa capace di meravigliare e allo stesso tempo orripilare; è “immagine di tutte le città della terra e raccoglie in sé tutti gli aspetti della vita umana”. E come tale è raccontata, quasi un essere mitologico, a tratti stereotipato e immaginifico. Istanbul è città da esperire e per De Amicis, come per Rossi, rappresenta il punto di demarcazione della propria esperienza: c’è un prima e un dopo. Lo scrittore parla per emozioni, talvolta retoriche, senza distinguere quasi mai i fatti urbani da quelli umani: descrive allo stesso modo la vita e il crogiuolo di case e strade, ammassato sulla topografia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.