Il volume analizza il ruolo del Patto sui diritti civili e politici, elaborato in ambito ONU nel 1966, tra gli strumenti internazionali di tutela della libertà religiosa, evidenziando le principali tappe della sua applicazione negli ordinamenti interni e della sua interpretazione ad opera, principalmente, del Comitato per i diritti umani, organo di monitoraggio e di controllo dell'attuazione del Patto presso gli Stati contraenti. Dopo un breve excursus sulla nascita e le funzioni degli strumenti ultranazionali di protezione dei diritti umani, il volume si concentra sui Lavori Preparatori al Patto, riservando particolare attenzione al dibattito che ha condotto alla redazione dell'art. 18 (sulla libertà religiosa) e delle altre disposizioni connesse. L'analisi dei Lavori Preparatori è integrata dal riferimento ai dibattiti in seno al Comitato per i diritti umani, fonte di interpretazione autentica dei contenuti del Patto. I capitoli successivi sono dedicati all'analisi della giurisprudenza elaborata dal Comitato nei suoi trent'anni circa di attività, in tema di libertà di pensiero, coscienza e religione. La suddivisione dei capitoli segue un ordine definito in base ai problemi che emergono nella casistica (l'educazione religiosa, l'obiezione di coscienza, la bioetica, le minoranze religiose, l'idea di dignità individuale ecc.), muovendo da una prospettiva che cerca di cogliere gli elementi di attualità ancora vivi nell'attuazione del Patto, mettendo in luce, nel contempo, le difficoltà e le debolezze legate ad un sistema di protezione dei diritti umani ancora essenzialmente statocentrico. L'orizzonte teorico da cui muovono le riflessioni proposte nel volume prende avvio dal dibattito dottrinale intorno al c.d. "effetto orizzontale" nella protezione dei diritti umani ed alla conseguente necessità di rivedere i meccanismi di garanzia tenendo conto del mutato contesto delle società attuali, nelle quali, a fronte di una percettibile crisi dello Stato, crescono gli effetti della globalizzazione e il ruolo degli attori non statali. The emerging role of civil society and private actors in the field of human rights, as well as the outcomes of globalization, have changed the conceptual and legal framework in the struggle against human rights violations. International treaties elaborated at the end of the Second world war and designed to give protection to fundamental rights through States’ action, seem nowadays to some extent inadequate to face the complexity of the issues at stake. Taking into account the right to religious freedom, this book aims at considering weaknesses and potentialities of the international legal system, focusing on the role of the International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR, United Nations, 1966) in granting protection to freedom of religion and belief. After a brief overview on the international development of legal standards on religious freedom, the second part of the book analyzes the “Travaux Preparatoires” on article 18 of the ICCPR as well as the subsequent interpretation of the norm given by the Human Rights Committee in its General Comment (1993). Then it focuses on the case-law of the Committee as regards freedom of thought, conscience and religion, taking into account the issues which are presently at stake (religious education in public and private schools, conscientious objection, religious minorities, the idea of dignity). As the case-law review shows, new forms of manifestation of belief, as well as an effective protection of minorities, require from the Human Rights Committee a developing interpretation of the ICCPR norms, in order to safeguard the right to freedom of thought, conscience and religion in a new framework.

Libertà religiosa e Patto internazionale sui diritti civili e politici. La prassi del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite

ANGELETTI, Silvia
2008

Abstract

Il volume analizza il ruolo del Patto sui diritti civili e politici, elaborato in ambito ONU nel 1966, tra gli strumenti internazionali di tutela della libertà religiosa, evidenziando le principali tappe della sua applicazione negli ordinamenti interni e della sua interpretazione ad opera, principalmente, del Comitato per i diritti umani, organo di monitoraggio e di controllo dell'attuazione del Patto presso gli Stati contraenti. Dopo un breve excursus sulla nascita e le funzioni degli strumenti ultranazionali di protezione dei diritti umani, il volume si concentra sui Lavori Preparatori al Patto, riservando particolare attenzione al dibattito che ha condotto alla redazione dell'art. 18 (sulla libertà religiosa) e delle altre disposizioni connesse. L'analisi dei Lavori Preparatori è integrata dal riferimento ai dibattiti in seno al Comitato per i diritti umani, fonte di interpretazione autentica dei contenuti del Patto. I capitoli successivi sono dedicati all'analisi della giurisprudenza elaborata dal Comitato nei suoi trent'anni circa di attività, in tema di libertà di pensiero, coscienza e religione. La suddivisione dei capitoli segue un ordine definito in base ai problemi che emergono nella casistica (l'educazione religiosa, l'obiezione di coscienza, la bioetica, le minoranze religiose, l'idea di dignità individuale ecc.), muovendo da una prospettiva che cerca di cogliere gli elementi di attualità ancora vivi nell'attuazione del Patto, mettendo in luce, nel contempo, le difficoltà e le debolezze legate ad un sistema di protezione dei diritti umani ancora essenzialmente statocentrico. L'orizzonte teorico da cui muovono le riflessioni proposte nel volume prende avvio dal dibattito dottrinale intorno al c.d. "effetto orizzontale" nella protezione dei diritti umani ed alla conseguente necessità di rivedere i meccanismi di garanzia tenendo conto del mutato contesto delle società attuali, nelle quali, a fronte di una percettibile crisi dello Stato, crescono gli effetti della globalizzazione e il ruolo degli attori non statali. The emerging role of civil society and private actors in the field of human rights, as well as the outcomes of globalization, have changed the conceptual and legal framework in the struggle against human rights violations. International treaties elaborated at the end of the Second world war and designed to give protection to fundamental rights through States’ action, seem nowadays to some extent inadequate to face the complexity of the issues at stake. Taking into account the right to religious freedom, this book aims at considering weaknesses and potentialities of the international legal system, focusing on the role of the International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR, United Nations, 1966) in granting protection to freedom of religion and belief. After a brief overview on the international development of legal standards on religious freedom, the second part of the book analyzes the “Travaux Preparatoires” on article 18 of the ICCPR as well as the subsequent interpretation of the norm given by the Human Rights Committee in its General Comment (1993). Then it focuses on the case-law of the Committee as regards freedom of thought, conscience and religion, taking into account the issues which are presently at stake (religious education in public and private schools, conscientious objection, religious minorities, the idea of dignity). As the case-law review shows, new forms of manifestation of belief, as well as an effective protection of minorities, require from the Human Rights Committee a developing interpretation of the ICCPR norms, in order to safeguard the right to freedom of thought, conscience and religion in a new framework.
2008
9788834877869
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/154303
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