Plath si sente molto vicina a certi aspetti stilistico-formali del modernismo e questo risulta subito chiaro nel modo in cui tratteggia il personaggio di Esther Greenwood, la protagonista di The Bell Jar e suo alter ego; per raccontare i suoi stati d’animo, Plath ci presenta Ester «da dentro», dalla dimensione non ancora verbalizzata della coscienza, in un indifferenziato di emozione e ragio- ne che evoca il concetto di «cora» di Kristeva. Per riuscirci si avvale di tecniche a lungo ammirate, si rifà a quell’in- dagine della coscienza che è la cifra del modernismo: pagine di romanzi e poesie accuratamente studiati, che torna a commentare e a sottolineare a più riprese lungo il suo percorso artistico. Come testimonia la sua biblioteca personale, è a Woolf, D. H Lawrence, T.S. Eliot, Kafka e Proust che Plath guarda per costruire i suoi personaggi, per provare a infondere loro un realismo che non li cristallizzi in un tableau vivant, sempre uguale a sé stesso, ma che li renda la voce più autentica dell’umano, l’esplosione di un flusso incessante di sensazioni e pensieri che talvolta eludono la sorveglianza della ragione.
TRA POESIA E PROSA: IL MODERNISMO JOYCIANO DI SYLVIA PLATH
Annalisa Volpone
2022
Abstract
Plath si sente molto vicina a certi aspetti stilistico-formali del modernismo e questo risulta subito chiaro nel modo in cui tratteggia il personaggio di Esther Greenwood, la protagonista di The Bell Jar e suo alter ego; per raccontare i suoi stati d’animo, Plath ci presenta Ester «da dentro», dalla dimensione non ancora verbalizzata della coscienza, in un indifferenziato di emozione e ragio- ne che evoca il concetto di «cora» di Kristeva. Per riuscirci si avvale di tecniche a lungo ammirate, si rifà a quell’in- dagine della coscienza che è la cifra del modernismo: pagine di romanzi e poesie accuratamente studiati, che torna a commentare e a sottolineare a più riprese lungo il suo percorso artistico. Come testimonia la sua biblioteca personale, è a Woolf, D. H Lawrence, T.S. Eliot, Kafka e Proust che Plath guarda per costruire i suoi personaggi, per provare a infondere loro un realismo che non li cristallizzi in un tableau vivant, sempre uguale a sé stesso, ma che li renda la voce più autentica dell’umano, l’esplosione di un flusso incessante di sensazioni e pensieri che talvolta eludono la sorveglianza della ragione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.