La tradizione sul portento e gli agàlmata di Artemis Kindyàs e Artemis Astiàs a Bargylia e Iasos si limita a un piccolo nucleo di fonti, a partire da Polibio XVI 12. Il contributo analizza questa tradizione (p.es. identifica in noti storici rodi l'obiettivo della polemica di Polibio; riconosce un riferimento al fatto miracoloso nella notizia pliniana sulla statua di Iasos (HN XXXVI 5, 12) invita a considerare con qualche cautela l’attribuzione agli scultori chioti Boupalos e Athenis). Le implicazioni “teologiche” del portento sembrano chiare: si tratta di un esempio peculiare di manifestazione del divino in un santuario. Attraverso la statua di culto si trasferiscono nelle due poleis le condizioni che si trovano sull’Olimpo (Od. VI 41-46): come aveva notato H. Usener, in un luogo sostanzialmente dimenticato di Sintfluthsagen, i due santuari si trasformano in un Götterland. La potenza divina rende a tutti manifesti i segni della sua predilezione per il luogo. Il parallelo con il santuario di Afrodite a Pafo suggerisce di vedere nella persistenza dello stato di grazia celeste la pretesa di possedere un luogo sacro prediletto dalla dea e perennemente pronto ad accoglierla. La città e il tempio sono davvero la dimora della dea sulla terra, un luogo “benedetto dal cielo”.
“Non vi cade né pioggia né neve”. Iasos, Bargylia e le miracolose statue di Artemis Astiàs e di Artemis Kindyàs
Massimo Nafissi
2022
Abstract
La tradizione sul portento e gli agàlmata di Artemis Kindyàs e Artemis Astiàs a Bargylia e Iasos si limita a un piccolo nucleo di fonti, a partire da Polibio XVI 12. Il contributo analizza questa tradizione (p.es. identifica in noti storici rodi l'obiettivo della polemica di Polibio; riconosce un riferimento al fatto miracoloso nella notizia pliniana sulla statua di Iasos (HN XXXVI 5, 12) invita a considerare con qualche cautela l’attribuzione agli scultori chioti Boupalos e Athenis). Le implicazioni “teologiche” del portento sembrano chiare: si tratta di un esempio peculiare di manifestazione del divino in un santuario. Attraverso la statua di culto si trasferiscono nelle due poleis le condizioni che si trovano sull’Olimpo (Od. VI 41-46): come aveva notato H. Usener, in un luogo sostanzialmente dimenticato di Sintfluthsagen, i due santuari si trasformano in un Götterland. La potenza divina rende a tutti manifesti i segni della sua predilezione per il luogo. Il parallelo con il santuario di Afrodite a Pafo suggerisce di vedere nella persistenza dello stato di grazia celeste la pretesa di possedere un luogo sacro prediletto dalla dea e perennemente pronto ad accoglierla. La città e il tempio sono davvero la dimora della dea sulla terra, un luogo “benedetto dal cielo”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.