Le elezioni regionali del 31 maggio 2015 hanno coinvolto sette delle 15 regioni a statuto ordinario, ovvero Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Queste elezioni, che concludono il ciclo elettorale iniziato nel 2013 per il rinnovo delle assemblee legislative e dei presidenti delle regioni, hanno confermato anche a livello regionale il cambiamento in atto nel sistema politico-partitico italiano. Se ancora è prematuro affermare che si tratti di una giuntura critica perché ancora nulla si può dire sulla (capacità di) persistenza dei mutamenti che sono avvenuti, possiamo però sicuramente affermare che le differenze rispetto alla tornata immediatamente precedente, quella del 2010, sono decisamente di ampia portata. Almeno tre sono infatti le evidenze che emergono dall’analisi di questo appuntamento elettorale. Una prima è appunto quella che sancisce la fine del bipolarismo anche a livello regionale e l’avvio di una (provvisoria) nuova configurazione potenzialmente tri- o multipolare. Una seconda evidenza, che a questa si accompagna, lascia intravvedere una destrutturazione del sistema partitico regionale. La terza evidenza è quella verso una sempre maggiore diversificazione degli stessi sistemi politici e partitici regionali.
La fine del bipolarismo regionale tra destrutturazione e diversificazione
S. Bolgherini;
2015
Abstract
Le elezioni regionali del 31 maggio 2015 hanno coinvolto sette delle 15 regioni a statuto ordinario, ovvero Liguria, Veneto, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Queste elezioni, che concludono il ciclo elettorale iniziato nel 2013 per il rinnovo delle assemblee legislative e dei presidenti delle regioni, hanno confermato anche a livello regionale il cambiamento in atto nel sistema politico-partitico italiano. Se ancora è prematuro affermare che si tratti di una giuntura critica perché ancora nulla si può dire sulla (capacità di) persistenza dei mutamenti che sono avvenuti, possiamo però sicuramente affermare che le differenze rispetto alla tornata immediatamente precedente, quella del 2010, sono decisamente di ampia portata. Almeno tre sono infatti le evidenze che emergono dall’analisi di questo appuntamento elettorale. Una prima è appunto quella che sancisce la fine del bipolarismo anche a livello regionale e l’avvio di una (provvisoria) nuova configurazione potenzialmente tri- o multipolare. Una seconda evidenza, che a questa si accompagna, lascia intravvedere una destrutturazione del sistema partitico regionale. La terza evidenza è quella verso una sempre maggiore diversificazione degli stessi sistemi politici e partitici regionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.