Con l'obiettivo di illustrare i criteri che hanno ispirato il progetto della mostra "Al tempo di Canova. Un itinerario umbro", il saggio delinea il contesto storico-artistico entro il quale, tra Sette e Ottocento, l'Umbria partecipa di quella "felice rivoluzione delle arti" che ebbe in Roma lo straordinario polo di irradiazione, con Antonio Canova protagonista assoluto. Intorno ai cinque gessi del grande scultore conservati all'Accademia di Belle Arti di Perugia, sono state ricostruite, anche grazie a nuove acquisizioni, le dinamiche che si stabiliscono tra centro e periferia: la ricerca ha fatto riemergere molte opere inedite, circostanze e personalità che rendono oggi assai più chiara la prospettiva su un'area che profitta di una committenza aggiornata, di presenze e di densi canali di scambio con la "Capitale delle Arti". Contigua e partecipe, non semplicemente periferica e spettatrice, l'Umbria pontificia e napoleonica si rivela oggi ancor più vivace grazie anche al ruolo di Canova che ebbe una particolare influenza sull'Accademia di Belle Arti, scegliendone i direttori, tra cui Carlo Labruzzi e Tommaso Minardi, orientandone i metodi didattici e incrementando la sua prestigiosa gipsoteca.
Canova, l'Umbria e la forma del tempo
Stefania Petrillo
2022
Abstract
Con l'obiettivo di illustrare i criteri che hanno ispirato il progetto della mostra "Al tempo di Canova. Un itinerario umbro", il saggio delinea il contesto storico-artistico entro il quale, tra Sette e Ottocento, l'Umbria partecipa di quella "felice rivoluzione delle arti" che ebbe in Roma lo straordinario polo di irradiazione, con Antonio Canova protagonista assoluto. Intorno ai cinque gessi del grande scultore conservati all'Accademia di Belle Arti di Perugia, sono state ricostruite, anche grazie a nuove acquisizioni, le dinamiche che si stabiliscono tra centro e periferia: la ricerca ha fatto riemergere molte opere inedite, circostanze e personalità che rendono oggi assai più chiara la prospettiva su un'area che profitta di una committenza aggiornata, di presenze e di densi canali di scambio con la "Capitale delle Arti". Contigua e partecipe, non semplicemente periferica e spettatrice, l'Umbria pontificia e napoleonica si rivela oggi ancor più vivace grazie anche al ruolo di Canova che ebbe una particolare influenza sull'Accademia di Belle Arti, scegliendone i direttori, tra cui Carlo Labruzzi e Tommaso Minardi, orientandone i metodi didattici e incrementando la sua prestigiosa gipsoteca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.