Piante di pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.) cv Bonny Best sono state allevate in serra e trattate, per aspersione sulle prome 3 foglie, con sospensioni 0,25 mM di BTH [estere S-metilico dell'acido (1,2,3) tiadiazolo-7 carbotioico], un attivatore di resistenza sistemica agli agenti fitopatogeni (SAR). Cinque giorni dopo il trattamento, le piante sono state inoculate sulla 4a, 5a e 6a folgia, sempre per aspersione, con una sospensione108 CFU/ml di Pseudomonas syringae pv. tomato (Okabe), agente della "picchiettatura batterica" della solanacea. Nelle p9iante trattae si è osservata una riduzione di oltre il 50% del numero medio delle lesioni battericheper fogliola e di circa il 40% del diametro delle lesioni stesse, a conferma di precedenti risultati sperimentali secondo cui il BTH conferisce una marcata protezione nei confronti del patogeno, per inibizione della sua moltiplicazione nell'ospite. Mediante microscopia elettroniuca a trasmissione, si è osservata la presenza di cellule batteriche, spesso in densi ammassi, negli spazi intercellulari delle aree fogliari inoculate sia nelle piante trattate con BTH che in quelle controllo (spruzzate con acqua), a partire dal 6o e specialmente dal 9o giorno dopo l'inoculazione. Nelle porzioni infette, le cellule della folgia mostravano segni di degenerazione, cioè graduale addensamento e coagulazione del loro contenuto, che negli stadi finali del processo (9 e 11 giorni) appariva come un unico ammasso compatto e molto elettron-denso, in seno al quale non erano più distinguibili i vari organiti. Le pareti cellulari presentavano ondulazioni e deformazioni, non di rado segni più o meno accentuati di collasso. Fin dai primi stadi del processo degenerativo, nelle cellule interessate si osservava un forte aumento di numero e di volume di inclusi cristallini citoplasmatici, sontenuti in orgnaiti morfologicamente identificabili come perossisomi, nonchè di precipitati vacuolari ellettron-densi, rotondeggianti e spesso aggregati fra loro, in tutto simili a precipitati di natura fenolica già riscontrati in pomodoro. Nelle cellule fogliari normali di piante sane, gli inclusi cristallini e i precipitati vacuolari si osservavavno raramente e comunque apparivano sempre di dimensioni ridotte. Quanto alla natura degli inclusi, la loro presenza in organiti di tipo perossisoma e i risultati di indagini su analoghi cristalli in foglie di tabacco suggeriscono si tratti di catalasi. Tuttavia, nel caso in esame, saggi citochimici preliminari, basato sulla reazione a con diaminobenzidina (DAB), non hanno rivelato attività catalasica nei cristalli esaminati. Comunque, nelle piante inoculate dopo il trattamento con BTH, l'aumento di cristalli e precipitati vacuolariassociato alla degenerazione cellulare, pur essendo chiaramente rilevabile, era nettamente più contenuto rispetto a quello riscontrato nelle piante di controllo. Qualora questo risultato venisse confemato nel proseguimento delle indagini, rimarrebbe da chiarire se tale effetto citologico del trattamento (minor accumulo di depositi fenolici vacuolari e cristalli citoplasmatici) abbia qualche significato nella resistenza al patogeno attivata dal BTH. L'ultrastruttura delle cellule batteriche non mostrava in genere anomalie di rilievo attribuibili all'induttore. In alcuni casi, tuttavia, a 9 e 11 giorni, nelle piante trattate con BTH si osservavano lievi alterzioni, probailmente correlate con la riduzione della vitalità del batterio, quali distacco e ondulazione dello strato più esterno della parete, aumento della granulosità del citoplasma e tendenza alla dilatazione della zona citoplasmatica contenente il materiale genetico.
Indagini ultrastrutturali sulla resistenza a Pseudomonas syringae pv. tomato indotta in pomodoro da BTH
GUIDERDONE, Samantha Marilde;QUAGLIA, Mara;MARTE, Mario
2001
Abstract
Piante di pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.) cv Bonny Best sono state allevate in serra e trattate, per aspersione sulle prome 3 foglie, con sospensioni 0,25 mM di BTH [estere S-metilico dell'acido (1,2,3) tiadiazolo-7 carbotioico], un attivatore di resistenza sistemica agli agenti fitopatogeni (SAR). Cinque giorni dopo il trattamento, le piante sono state inoculate sulla 4a, 5a e 6a folgia, sempre per aspersione, con una sospensione108 CFU/ml di Pseudomonas syringae pv. tomato (Okabe), agente della "picchiettatura batterica" della solanacea. Nelle p9iante trattae si è osservata una riduzione di oltre il 50% del numero medio delle lesioni battericheper fogliola e di circa il 40% del diametro delle lesioni stesse, a conferma di precedenti risultati sperimentali secondo cui il BTH conferisce una marcata protezione nei confronti del patogeno, per inibizione della sua moltiplicazione nell'ospite. Mediante microscopia elettroniuca a trasmissione, si è osservata la presenza di cellule batteriche, spesso in densi ammassi, negli spazi intercellulari delle aree fogliari inoculate sia nelle piante trattate con BTH che in quelle controllo (spruzzate con acqua), a partire dal 6o e specialmente dal 9o giorno dopo l'inoculazione. Nelle porzioni infette, le cellule della folgia mostravano segni di degenerazione, cioè graduale addensamento e coagulazione del loro contenuto, che negli stadi finali del processo (9 e 11 giorni) appariva come un unico ammasso compatto e molto elettron-denso, in seno al quale non erano più distinguibili i vari organiti. Le pareti cellulari presentavano ondulazioni e deformazioni, non di rado segni più o meno accentuati di collasso. Fin dai primi stadi del processo degenerativo, nelle cellule interessate si osservava un forte aumento di numero e di volume di inclusi cristallini citoplasmatici, sontenuti in orgnaiti morfologicamente identificabili come perossisomi, nonchè di precipitati vacuolari ellettron-densi, rotondeggianti e spesso aggregati fra loro, in tutto simili a precipitati di natura fenolica già riscontrati in pomodoro. Nelle cellule fogliari normali di piante sane, gli inclusi cristallini e i precipitati vacuolari si osservavavno raramente e comunque apparivano sempre di dimensioni ridotte. Quanto alla natura degli inclusi, la loro presenza in organiti di tipo perossisoma e i risultati di indagini su analoghi cristalli in foglie di tabacco suggeriscono si tratti di catalasi. Tuttavia, nel caso in esame, saggi citochimici preliminari, basato sulla reazione a con diaminobenzidina (DAB), non hanno rivelato attività catalasica nei cristalli esaminati. Comunque, nelle piante inoculate dopo il trattamento con BTH, l'aumento di cristalli e precipitati vacuolariassociato alla degenerazione cellulare, pur essendo chiaramente rilevabile, era nettamente più contenuto rispetto a quello riscontrato nelle piante di controllo. Qualora questo risultato venisse confemato nel proseguimento delle indagini, rimarrebbe da chiarire se tale effetto citologico del trattamento (minor accumulo di depositi fenolici vacuolari e cristalli citoplasmatici) abbia qualche significato nella resistenza al patogeno attivata dal BTH. L'ultrastruttura delle cellule batteriche non mostrava in genere anomalie di rilievo attribuibili all'induttore. In alcuni casi, tuttavia, a 9 e 11 giorni, nelle piante trattate con BTH si osservavano lievi alterzioni, probailmente correlate con la riduzione della vitalità del batterio, quali distacco e ondulazione dello strato più esterno della parete, aumento della granulosità del citoplasma e tendenza alla dilatazione della zona citoplasmatica contenente il materiale genetico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.