Il saggio ricostruisce nelle sue emergenze più significative la politica delle arti attuata dalla Chiesa in Umbria dalla Restaurazione all’età contemporanea. Caso emblematico di una vicenda che nel XIX secolo ha sullo sfondo i conflitti indotti dal moto unitario e il trapasso allo Stato liberale, esso rivela l’intreccio tra le istanze ideologico-stilistiche del Purismo minardiano, lo sviluppo degli studi storiografici locali sull’evo medio e la sorta di controriforma attuata dalla Chiesa umbra, inizialmente per riaffermare e consolidare la propria presenza sul territorio, dopo l’Unità per contrastare il processo di secolarizzazione dello Stato unitario. Tale “controriforma” ha per attori perlopiù docenti e allievi dell’Accademia perugina che, al servizio di una Chiesa militans nella seconda metà del secolo incarnata soprattutto nella figura di Leone XIII, già vescovo di Perugia, erano protagonisti di impegnativi interventi decorativi e di restauro “purista” di antichi e prestigiosi edifici di culto, nonché nella costruzione massiva di nuove parrocchiali a presidio delle località minori nelle campagne. Nel corso del Novecento, malgrado la presenza di Gerardo Dottori e dei futuristi umbri sottoscrittori nel 1931 del Manifesto dell’arte sacra futurista, un sostanziale cambiamento d’indirizzo si registra solo a partire dal secondo dopoguerra a seguito delle aperture al confronto con il contemporaneo dell’enciclica Mediator dei di Pio XII (1947) e del Concilio vaticano II. Decisivo l’apporto di figure come quella di Mons. Giovanni Fallani, uomo di vasta cultura umanistica, dal 1947 segretario della Pontificia commissione per l’arte sacra, nei cantieri del santuario di Santa Rita da Cascia e per le porte del Duomo di Orvieto, e di don Giovanni Rossi, animatore delle attività e della formazione della raccolta di arte sacra contemporanea in seno alla Pro Civitate Christiana di Assisi. Un nuovo indirizzo confermato dalle ultime iniziative promosse ad apertura del nuovo secolo.

La chiesa e le arti in Umbria tra Otto e Novecento

Alessandra Migliorati
2024

Abstract

Il saggio ricostruisce nelle sue emergenze più significative la politica delle arti attuata dalla Chiesa in Umbria dalla Restaurazione all’età contemporanea. Caso emblematico di una vicenda che nel XIX secolo ha sullo sfondo i conflitti indotti dal moto unitario e il trapasso allo Stato liberale, esso rivela l’intreccio tra le istanze ideologico-stilistiche del Purismo minardiano, lo sviluppo degli studi storiografici locali sull’evo medio e la sorta di controriforma attuata dalla Chiesa umbra, inizialmente per riaffermare e consolidare la propria presenza sul territorio, dopo l’Unità per contrastare il processo di secolarizzazione dello Stato unitario. Tale “controriforma” ha per attori perlopiù docenti e allievi dell’Accademia perugina che, al servizio di una Chiesa militans nella seconda metà del secolo incarnata soprattutto nella figura di Leone XIII, già vescovo di Perugia, erano protagonisti di impegnativi interventi decorativi e di restauro “purista” di antichi e prestigiosi edifici di culto, nonché nella costruzione massiva di nuove parrocchiali a presidio delle località minori nelle campagne. Nel corso del Novecento, malgrado la presenza di Gerardo Dottori e dei futuristi umbri sottoscrittori nel 1931 del Manifesto dell’arte sacra futurista, un sostanziale cambiamento d’indirizzo si registra solo a partire dal secondo dopoguerra a seguito delle aperture al confronto con il contemporaneo dell’enciclica Mediator dei di Pio XII (1947) e del Concilio vaticano II. Decisivo l’apporto di figure come quella di Mons. Giovanni Fallani, uomo di vasta cultura umanistica, dal 1947 segretario della Pontificia commissione per l’arte sacra, nei cantieri del santuario di Santa Rita da Cascia e per le porte del Duomo di Orvieto, e di don Giovanni Rossi, animatore delle attività e della formazione della raccolta di arte sacra contemporanea in seno alla Pro Civitate Christiana di Assisi. Un nuovo indirizzo confermato dalle ultime iniziative promosse ad apertura del nuovo secolo.
2024
9788826608754
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1549993
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