Riabitare e Comunità: sono queste le due parole chiave che hanno guidato il lavoro di tesi qui esposto, sviluppatosi secondo modalità “artigianali” di analisi e disegno a mano, quasi anacronistiche in un periodo in cui la distanza, ob- bligata dalla pandemia di Covid 19, sembrava imporre il digitale come unica soluzione per studiare, lavorare e stare in- sieme. Due parole che non possono non richiamare alla mente l’importante contributo di Pietro Clemente e della rete Riabitare l’Italia nel portare all’attenzione pubblica il tema del reinsediare le aree interne, i nostri piccoli paesi. Piccoli paesi, e non borghi: perché dobbiamo allontanarci dall’idea di un sistema insediativo finito nella sua bellezza perfet- ta, ridotto troppo spesso a mero oggetto di marketing turistico e territoriale, per riscoprire, invece, la forma collettiva, esito del lavoro dell’uomo nel tempo. Dobbiamo anche allontanarci dalla retorica del “riscoprire la campagna” in anti- tesi alla città come fenomeno piccoloborghese, comprendendo, piuttosto, che i piccoli paesi possono diventare veri e propri laboratori di comunità, di cui possiamo costituire, come architetti, parte attiva. Il lavoro di Stefano Moscini si è configurato fin da subito sì come ricerca, ma anche come esperimento pedagogico, scegliendo di seguire orme già tracciate e di attraversare varchi già aperti, in particolare da Giorgio Grassi ed Ernesto Nathan Rogers, approfondendo, con il progetto, i temi della tradizione, della regola in architettura, delle preesistenze ambientali. Si è potuto così riflettere sui compiti e sul mestiere dell’architetto-cittadino, capace di incidere nella tra- sformazione della realtà. La tesi di laurea di Moscini rappresenta un progetto condiviso, in senso ampio. Da un lato, propone un progetto di re- cupero urbano strutturato come operazione di ricostruzione, sia dei manufatti architettonici, sia di un sistema di pra- tiche collettive, indagando una possibile attualizzazione dei tipi edilizi e delle tradizioni costruttive. Dall’altro, è il ri- sultato di un confronto, reale e continuo (anche attraverso lo strumento del disegno) tra studente e docenti, tutti fa- centi parte di un’unica comunità universitaria, nella quale lo stare e il lavorare insieme costituiscono azioni imprescin- dibili per la trasmissione di un insegnamento. Ed è forse questo il principale risultato raggiunto.

Presentazione

Eliana Martinelli
2023

Abstract

Riabitare e Comunità: sono queste le due parole chiave che hanno guidato il lavoro di tesi qui esposto, sviluppatosi secondo modalità “artigianali” di analisi e disegno a mano, quasi anacronistiche in un periodo in cui la distanza, ob- bligata dalla pandemia di Covid 19, sembrava imporre il digitale come unica soluzione per studiare, lavorare e stare in- sieme. Due parole che non possono non richiamare alla mente l’importante contributo di Pietro Clemente e della rete Riabitare l’Italia nel portare all’attenzione pubblica il tema del reinsediare le aree interne, i nostri piccoli paesi. Piccoli paesi, e non borghi: perché dobbiamo allontanarci dall’idea di un sistema insediativo finito nella sua bellezza perfet- ta, ridotto troppo spesso a mero oggetto di marketing turistico e territoriale, per riscoprire, invece, la forma collettiva, esito del lavoro dell’uomo nel tempo. Dobbiamo anche allontanarci dalla retorica del “riscoprire la campagna” in anti- tesi alla città come fenomeno piccoloborghese, comprendendo, piuttosto, che i piccoli paesi possono diventare veri e propri laboratori di comunità, di cui possiamo costituire, come architetti, parte attiva. Il lavoro di Stefano Moscini si è configurato fin da subito sì come ricerca, ma anche come esperimento pedagogico, scegliendo di seguire orme già tracciate e di attraversare varchi già aperti, in particolare da Giorgio Grassi ed Ernesto Nathan Rogers, approfondendo, con il progetto, i temi della tradizione, della regola in architettura, delle preesistenze ambientali. Si è potuto così riflettere sui compiti e sul mestiere dell’architetto-cittadino, capace di incidere nella tra- sformazione della realtà. La tesi di laurea di Moscini rappresenta un progetto condiviso, in senso ampio. Da un lato, propone un progetto di re- cupero urbano strutturato come operazione di ricostruzione, sia dei manufatti architettonici, sia di un sistema di pra- tiche collettive, indagando una possibile attualizzazione dei tipi edilizi e delle tradizioni costruttive. Dall’altro, è il ri- sultato di un confronto, reale e continuo (anche attraverso lo strumento del disegno) tra studente e docenti, tutti fa- centi parte di un’unica comunità universitaria, nella quale lo stare e il lavorare insieme costituiscono azioni imprescin- dibili per la trasmissione di un insegnamento. Ed è forse questo il principale risultato raggiunto.
2023
978-88-3338-182-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1560653
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