Si ripropone una lettura dell’opera più famosa di Huxley, in un tragitto intertestuale che partendo da Shakespeare arriva appunto a Brave New World, dove notoriamente viene a rappresentarsi una delle possibili epitomi della conversione dell’Utopia in Distopia. Ma la lettura odierna di questo romanzo mostra pure come il tempo della storia in esso narrato sia andato convertendosi nel tempo-zero del nostro presente, borgesianamente. Nasce allora la tentazione di leggere Huxley utilizzando a chiosa le cronache odierne, le analisi dei loro commentatori, e la proposta di lettura che qui viene fatta è in effetti una lettura tipologica invertita dove il Nuovo legge il Vecchio Testamento, dove le cronistorie dal nostro mondo impazzito si fanno glossa di Brave New World. Ne scaturisce un discorso critico dalla natura beffardamente palindroma, e una navigazione testuale agitata dalle più scomposte aporie temporali.
L'America di Aldous Huxley
DE ROMANIS, Roberto
2004
Abstract
Si ripropone una lettura dell’opera più famosa di Huxley, in un tragitto intertestuale che partendo da Shakespeare arriva appunto a Brave New World, dove notoriamente viene a rappresentarsi una delle possibili epitomi della conversione dell’Utopia in Distopia. Ma la lettura odierna di questo romanzo mostra pure come il tempo della storia in esso narrato sia andato convertendosi nel tempo-zero del nostro presente, borgesianamente. Nasce allora la tentazione di leggere Huxley utilizzando a chiosa le cronache odierne, le analisi dei loro commentatori, e la proposta di lettura che qui viene fatta è in effetti una lettura tipologica invertita dove il Nuovo legge il Vecchio Testamento, dove le cronistorie dal nostro mondo impazzito si fanno glossa di Brave New World. Ne scaturisce un discorso critico dalla natura beffardamente palindroma, e una navigazione testuale agitata dalle più scomposte aporie temporali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
