Nell’Italia risorgimentale e postunitaria la pittura di storia ebbe tra i temi privilegiati di una pedagogia identitaria nazionale quello degli “illustri” nelle arti. Qui, nella memoria del grande artista del passato, l’artista del presente autocelebrava il proprio ruolo di intellettuale nel progresso culturale della patria e al contempo il primato al cospetto delle nazioni della tradizione artistica italiana. Il saggio, elaborato per il catalogo della mostra a cura di C. Galassi e F.F. Mancini "Rinascimento in bottega. Perugino tra i grandi della storia" organizzata per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Pietro Perugino, ricostruisce origine, moventi e sviluppo della pittura di storia umbra del XIX secolo sul tema degli “illustri” nelle arti. Dalla ricerca, che si è avvalsa di studi precedenti e dello spoglio sistematico di inediti documenti d’archivio dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, è emerso un vivace intreccio di interessi che, oltre a condurre all’individuazione di Perugino come genius locii della città cui doveva il soprannome, si mostravano in linea con l’attenzione più generalmente diffusa verso Raffaello, Donatello, Leonardo, Piero della Francesca, Cimabue e Giotto. Iniziativa particolare dopo il 1860 quella di creare attraverso le prove di concorso degli allievi dell’Accademia perugina una sorta di pantheon per immagini della scuola artistica rinascimentale umbra: oltre ovviamente Perugino e Raffaello, dalla figura fino ad allora quasi sconosciuta di Lautizio di Meo Rutelli, a quella di Pinturicchio, Vincenzo Danti, l’Alfani e Galeazzo Alessi.
"Immagini parlanti di persone conosciute fra noi". La rappresentazione degli "antichi maestri" tra storiografia, teoria artistica e memoria identitaria in Umbria nel XIX secolo
Alessandra Migliorati
2023
Abstract
Nell’Italia risorgimentale e postunitaria la pittura di storia ebbe tra i temi privilegiati di una pedagogia identitaria nazionale quello degli “illustri” nelle arti. Qui, nella memoria del grande artista del passato, l’artista del presente autocelebrava il proprio ruolo di intellettuale nel progresso culturale della patria e al contempo il primato al cospetto delle nazioni della tradizione artistica italiana. Il saggio, elaborato per il catalogo della mostra a cura di C. Galassi e F.F. Mancini "Rinascimento in bottega. Perugino tra i grandi della storia" organizzata per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Pietro Perugino, ricostruisce origine, moventi e sviluppo della pittura di storia umbra del XIX secolo sul tema degli “illustri” nelle arti. Dalla ricerca, che si è avvalsa di studi precedenti e dello spoglio sistematico di inediti documenti d’archivio dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, è emerso un vivace intreccio di interessi che, oltre a condurre all’individuazione di Perugino come genius locii della città cui doveva il soprannome, si mostravano in linea con l’attenzione più generalmente diffusa verso Raffaello, Donatello, Leonardo, Piero della Francesca, Cimabue e Giotto. Iniziativa particolare dopo il 1860 quella di creare attraverso le prove di concorso degli allievi dell’Accademia perugina una sorta di pantheon per immagini della scuola artistica rinascimentale umbra: oltre ovviamente Perugino e Raffaello, dalla figura fino ad allora quasi sconosciuta di Lautizio di Meo Rutelli, a quella di Pinturicchio, Vincenzo Danti, l’Alfani e Galeazzo Alessi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


