Il saggio mette in evidenza la strategicità delle istituzioni nel pensiero dell’economista Robert Michels (1886-1936) che scrive un saggio su “I rapporti fra economia e politica” che fu pubblicato nel 1919 nel suo libro dedicato ai “Problemi di Sociologia Applicata”. Nonostante il background politico-culturale di Robert Michels affondasse le sue radici nel materialismo storico del tempo secondo il quale sono i fattori strutturali materiali a dettare lo sviluppo delle società, Michels dimostra in questo saggio come tutte le espressioni dell’attività umana (individuali e collettive) non siano determinate esclusivamente dalle motivazione estrinseche delle persone e da fattori economici (come la tecnologia ed i rapporti di produzione, che sono necessari ed indipendenti dalla volontà dei singoli e che sono propri di una determinata fase dello sviluppo storico), ma possano essere parimenti influenzate anche dalle motivazioni intrinseche dei soggetti e da fattori culturali (dalle norme legali, dalle norme sociali, dalle norme morali; da fattori psicologici; da fedi religiose; da ideologie politiche; da istituzioni politiche; da strategie politiche; da misure di politica economica). Nel saggio “I rapporti fra economia e politica” Michels offre differenti e suggestivi esempi della potente influenza dei fattori culturali (ampiamente intesi) sulla nascita del capitalismo moderno; sullo sviluppo economico di uno stato; sulla crescita/recessione economica di un paese già sviluppato; sul decollo e sul possibile successo di un’industria nazionale; sulla prosperità/declino economico di una città; sulla genesi delle guerre (che Michels sostiene vengano dichiarate/combattute non soltanto per motivazioni economiche). Secondo Michels gli accadimenti storici vanno analizzati alla luce della forma di “cultura”, alla luce del contenuto di “economia”, alla luce della loro combinazione e sinergia che irrompe nel dinamismo della storia, alla luce della corrispondenza bidirezionale tra società ed economia. Lo stretto rapporto tra economia e politica, teorizzato da Michels, in termini di associazione di due sfere interdipendenti molto difficili da separare, ha implicazioni non solo sulle modifiche da apportare al metodo storico, ma anche sulle critiche da muovere al alla nozione neoclassica di scienza economica e all'elaborazione di una nozione più ampia di scienza sociologica.
Le istituzioni come bussola dell’economia nella visione di Robert Michels
Montesi Cristina
2021
Abstract
Il saggio mette in evidenza la strategicità delle istituzioni nel pensiero dell’economista Robert Michels (1886-1936) che scrive un saggio su “I rapporti fra economia e politica” che fu pubblicato nel 1919 nel suo libro dedicato ai “Problemi di Sociologia Applicata”. Nonostante il background politico-culturale di Robert Michels affondasse le sue radici nel materialismo storico del tempo secondo il quale sono i fattori strutturali materiali a dettare lo sviluppo delle società, Michels dimostra in questo saggio come tutte le espressioni dell’attività umana (individuali e collettive) non siano determinate esclusivamente dalle motivazione estrinseche delle persone e da fattori economici (come la tecnologia ed i rapporti di produzione, che sono necessari ed indipendenti dalla volontà dei singoli e che sono propri di una determinata fase dello sviluppo storico), ma possano essere parimenti influenzate anche dalle motivazioni intrinseche dei soggetti e da fattori culturali (dalle norme legali, dalle norme sociali, dalle norme morali; da fattori psicologici; da fedi religiose; da ideologie politiche; da istituzioni politiche; da strategie politiche; da misure di politica economica). Nel saggio “I rapporti fra economia e politica” Michels offre differenti e suggestivi esempi della potente influenza dei fattori culturali (ampiamente intesi) sulla nascita del capitalismo moderno; sullo sviluppo economico di uno stato; sulla crescita/recessione economica di un paese già sviluppato; sul decollo e sul possibile successo di un’industria nazionale; sulla prosperità/declino economico di una città; sulla genesi delle guerre (che Michels sostiene vengano dichiarate/combattute non soltanto per motivazioni economiche). Secondo Michels gli accadimenti storici vanno analizzati alla luce della forma di “cultura”, alla luce del contenuto di “economia”, alla luce della loro combinazione e sinergia che irrompe nel dinamismo della storia, alla luce della corrispondenza bidirezionale tra società ed economia. Lo stretto rapporto tra economia e politica, teorizzato da Michels, in termini di associazione di due sfere interdipendenti molto difficili da separare, ha implicazioni non solo sulle modifiche da apportare al metodo storico, ma anche sulle critiche da muovere al alla nozione neoclassica di scienza economica e all'elaborazione di una nozione più ampia di scienza sociologica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.