Il saggio su “La grammatica della giustizia climatica: configurazioni, principi, sintassi” è stata elaborato nell'ambito del progetto di ricerca, dedicato alle tematiche ambientali ed alla bioeconomia, promosso nel 2021 da SRM (Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), sul tema Un Sud che innova e produce, le cui risultanze sono state pubblicate in SRM (2021), Un Sud che innova e produce. Volume 8. Ambiente e territorio: valore e prospettive della filiera bioeconomica, Giannini Editore, Napoli. Il riscaldamento globale, essendo un fenomeno “complesso”, non è solo una sfida scientifica (avendo richiesto al tempo per la sua scoperta e continuando a reclamare oggi, per il suo monitoraggio, la collaborazione di tante scienze e l’adozione di un pensiero “sistemico”), ma è un problema anche morale che ha bisogno di una grammatica specifica. Il riscaldamento globale avanza ad una velocità che non trova uguali negli ultimi duemila anni ed i suoi effetti nocivi, benchè globali e dilatati nel tempo, presentano un’intensità che varia geograficamente e socialmente. Si generano così disuguaglianze di varia natura che possono essere contrastate intanto con il ricorso ad una giustizia climatica intragenerazionale, ovvero che debba esse applicata tra paesi nel presente, attraverso una governance multilaterale, per una divisione equa del fardello dei costi (di mitigazione e di adattamento) del cambiamento climatico. Il saggio mette in luce come sia difficile in realtà mettere concretamente in pratica la giustizia climatica orizzontale con l’analisi critica dell’insufficiente sforzo finanziario profuso dai paesi sviluppati a favore dei paesi in via di sviluppo per aiutarli nell’adozione di politiche di mitigazione o di adattamento al riscaldamento globale. Ma la grammatica della giustizia climatica necessita anche di altre configurazioni, ovvero di una giustizia intergenerazionale, interspecie e di genere e di principi guida (polluter pays principle, beneficiary pays principle, ability to pay principle) che, stante i limiti rinvenibili in ciascuno di essi, sono stati integrati nel principio delle “responsabilità comuni, ma differenziate” tra paesi, rinforzato dal principio delle “rispettive capacità”, della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) dell’Earth Summit di Rio del 1992, la cui applicazione, come dimostrato dal saggio, si è dinamicamente evoluta nel passaggio dal Protocollo di Kyoto all’Accordo di Parigi sul clima.
La grammatica della giustizia climatica: configurazioni, principi, sintassi
Montesi Cristina
2021
Abstract
Il saggio su “La grammatica della giustizia climatica: configurazioni, principi, sintassi” è stata elaborato nell'ambito del progetto di ricerca, dedicato alle tematiche ambientali ed alla bioeconomia, promosso nel 2021 da SRM (Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), sul tema Un Sud che innova e produce, le cui risultanze sono state pubblicate in SRM (2021), Un Sud che innova e produce. Volume 8. Ambiente e territorio: valore e prospettive della filiera bioeconomica, Giannini Editore, Napoli. Il riscaldamento globale, essendo un fenomeno “complesso”, non è solo una sfida scientifica (avendo richiesto al tempo per la sua scoperta e continuando a reclamare oggi, per il suo monitoraggio, la collaborazione di tante scienze e l’adozione di un pensiero “sistemico”), ma è un problema anche morale che ha bisogno di una grammatica specifica. Il riscaldamento globale avanza ad una velocità che non trova uguali negli ultimi duemila anni ed i suoi effetti nocivi, benchè globali e dilatati nel tempo, presentano un’intensità che varia geograficamente e socialmente. Si generano così disuguaglianze di varia natura che possono essere contrastate intanto con il ricorso ad una giustizia climatica intragenerazionale, ovvero che debba esse applicata tra paesi nel presente, attraverso una governance multilaterale, per una divisione equa del fardello dei costi (di mitigazione e di adattamento) del cambiamento climatico. Il saggio mette in luce come sia difficile in realtà mettere concretamente in pratica la giustizia climatica orizzontale con l’analisi critica dell’insufficiente sforzo finanziario profuso dai paesi sviluppati a favore dei paesi in via di sviluppo per aiutarli nell’adozione di politiche di mitigazione o di adattamento al riscaldamento globale. Ma la grammatica della giustizia climatica necessita anche di altre configurazioni, ovvero di una giustizia intergenerazionale, interspecie e di genere e di principi guida (polluter pays principle, beneficiary pays principle, ability to pay principle) che, stante i limiti rinvenibili in ciascuno di essi, sono stati integrati nel principio delle “responsabilità comuni, ma differenziate” tra paesi, rinforzato dal principio delle “rispettive capacità”, della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) dell’Earth Summit di Rio del 1992, la cui applicazione, come dimostrato dal saggio, si è dinamicamente evoluta nel passaggio dal Protocollo di Kyoto all’Accordo di Parigi sul clima.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.