Il saggio di Cristina Montesi sulla questione sociale in Giuseppe Mazzini (1805-1872) è contenuto nel volume interdisciplinare, a cura di Raffaele Federici, dal titolo "Storia e sociologia di un cambiamento mancato", uscito nel 2022 in occasione delle celebrazioni nazionali per il 150° anniversario della scomparsa di Giuseppe Mazzini. Il saggio dimostra come il pensiero economico di Giuseppe Mazzini sia inscindibile dalla sua dottrina morale e politica. Secondo Giuseppe Mazzini l’obiettivo politico di un’Italia unita, indipendente, libera dall’oppressione straniera, repubblicana corre in parallelo con l’obiettivo della lotta alle disuguaglianze di reddito, di opportunità e di genere e con l’aspirazione ad un miglioramento personale e collettivo, non solo dal punto di vista materiale, ma anche morale attraverso l’esercizio (individuale e comunitario) di virtù, il compimento del Dovere, il sacrificio, l’amore per gli altri. Il pensiero economico di Giuseppe Mazzini costituisce dunque uno dei tre pilastri di un sistema unitario, le cui idee guida sono state in continua evoluzione nel tempo. Il saggio evidenzia infatti come l’elaborazione in campo economico-sociale di Giuseppe Mazzini, culminante nell’innovativa idea di poter affrancare il lavoro salariato dalla tirannide del capitale mediante l’unione del capitale e del lavoro nelle stesse mani, si possa articolare in tre distinte fasi caratterizzate da un crescendo di interesse di Mazzini alla questione sociale, da una sempre più spiccata autonomizzazione del suo pensiero dalle teorie economico-sociali prevalenti nell’epoca e da una maggiore chiarezza nella individuazione degli obiettivi e degli strumenti assai originali da adottare per la risoluzione della questione sociale. Parallelamente a questa evoluzione teorica Mazzini promuove iniziative concrete, di vario genere, in Italia ed in Inghilterra, a sostegno della classe operaia, coerentemente all’assunto mazziniano della inscindibilità di pensiero ed azione. Il saggio mette in luce come Mazzini sia stato capace di pensare misure di politica economica veramente “trasformative”, ovvero generative di un nuovo modello di economia e di impresa, anche se il passaggio dall’impresa capitalistica all’impresa cooperativa sarebbe dovuto gradualmente avvenire nel segno di un’impresa caratterizzata dalla partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda ed avrebbe dovuto essere accompagnato da riforme in svariati campi (nel campo delle istituzioni del mercato del lavoro, del welfare state, del sistema dei tributi statali, della giustizia e perfino della leva militare). La necessità di non dissociare la riforma politico-istituzionale dell’Italia da quella sociale e da una rigenerazione morale della società e della persona fa individuare a Mazzini i “nemici” che possono ostacolare questo triplice progresso (politico, sociale, morale). Il saggio illustra a questo proposito come sul versante economico Mazzini rigetti l’utilitarismo, il liberismo, il comunismo, il socialismo esclusivo, tutte teorie che, a causa del loro materialismo, tentano di convertire l’uomo in “macchina da calcolo”, ma chiarisce anche come Mazzini critichi, per altri aspetti, positivismo, machiavellismo, l’individualismo. Il saggio si conclude con l'esposizione di altri aspetti del pensiero economico-sociale di Giuseppe Mazzini che ne decretano ancora oggi la modernità.

La questione sociale nel pensiero di Giuseppe Mazzini

Montesi Cristina
2022

Abstract

Il saggio di Cristina Montesi sulla questione sociale in Giuseppe Mazzini (1805-1872) è contenuto nel volume interdisciplinare, a cura di Raffaele Federici, dal titolo "Storia e sociologia di un cambiamento mancato", uscito nel 2022 in occasione delle celebrazioni nazionali per il 150° anniversario della scomparsa di Giuseppe Mazzini. Il saggio dimostra come il pensiero economico di Giuseppe Mazzini sia inscindibile dalla sua dottrina morale e politica. Secondo Giuseppe Mazzini l’obiettivo politico di un’Italia unita, indipendente, libera dall’oppressione straniera, repubblicana corre in parallelo con l’obiettivo della lotta alle disuguaglianze di reddito, di opportunità e di genere e con l’aspirazione ad un miglioramento personale e collettivo, non solo dal punto di vista materiale, ma anche morale attraverso l’esercizio (individuale e comunitario) di virtù, il compimento del Dovere, il sacrificio, l’amore per gli altri. Il pensiero economico di Giuseppe Mazzini costituisce dunque uno dei tre pilastri di un sistema unitario, le cui idee guida sono state in continua evoluzione nel tempo. Il saggio evidenzia infatti come l’elaborazione in campo economico-sociale di Giuseppe Mazzini, culminante nell’innovativa idea di poter affrancare il lavoro salariato dalla tirannide del capitale mediante l’unione del capitale e del lavoro nelle stesse mani, si possa articolare in tre distinte fasi caratterizzate da un crescendo di interesse di Mazzini alla questione sociale, da una sempre più spiccata autonomizzazione del suo pensiero dalle teorie economico-sociali prevalenti nell’epoca e da una maggiore chiarezza nella individuazione degli obiettivi e degli strumenti assai originali da adottare per la risoluzione della questione sociale. Parallelamente a questa evoluzione teorica Mazzini promuove iniziative concrete, di vario genere, in Italia ed in Inghilterra, a sostegno della classe operaia, coerentemente all’assunto mazziniano della inscindibilità di pensiero ed azione. Il saggio mette in luce come Mazzini sia stato capace di pensare misure di politica economica veramente “trasformative”, ovvero generative di un nuovo modello di economia e di impresa, anche se il passaggio dall’impresa capitalistica all’impresa cooperativa sarebbe dovuto gradualmente avvenire nel segno di un’impresa caratterizzata dalla partecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda ed avrebbe dovuto essere accompagnato da riforme in svariati campi (nel campo delle istituzioni del mercato del lavoro, del welfare state, del sistema dei tributi statali, della giustizia e perfino della leva militare). La necessità di non dissociare la riforma politico-istituzionale dell’Italia da quella sociale e da una rigenerazione morale della società e della persona fa individuare a Mazzini i “nemici” che possono ostacolare questo triplice progresso (politico, sociale, morale). Il saggio illustra a questo proposito come sul versante economico Mazzini rigetti l’utilitarismo, il liberismo, il comunismo, il socialismo esclusivo, tutte teorie che, a causa del loro materialismo, tentano di convertire l’uomo in “macchina da calcolo”, ma chiarisce anche come Mazzini critichi, per altri aspetti, positivismo, machiavellismo, l’individualismo. Il saggio si conclude con l'esposizione di altri aspetti del pensiero economico-sociale di Giuseppe Mazzini che ne decretano ancora oggi la modernità.
2022
978-88-575-9201-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1567225
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