Il saggio tenta di focalizzare i vantaggi che la DAD (Didattica a distanza) ha permesso di conseguire, in primis il fatto che, grazie alla connessione, la didattica non è stata del tutto bloccata durante la pandemia. Tuttavia la DAD, che è più sbilanciata sull’istruzione che sull’educazione, ha generato nuove disuguaglianze, povertà educative ed altri svantaggi di natura psico-sociale. Dopo l’assorbimento traumatico della DAD perché effettuato in tempi ristetti e con autoformazione da parte di docenti e di studenti, anche il sistema accademico italiano sembra ormai essersi attestato su di un nuovo equilibrio che sembrerebbe far continuare a svolgere un ruolo alla DAD, anche una volta che l’emergenza sanitaria sarà terminata. Da emergenziale e sostitutiva della didattica in presenza, la DAD diventerà integrativa (anche se il mix con quella in presenza potrebbe variare all’interno della stessa ora di lezione, all’interno di uno stesso corso, nell’ambito dei diversi insegnamenti di uno stesso Dipartimento, tra vari Dipartimenti in un Ateneo). Si parla in proposito di Didattica integrata digitale (DID). Il paper vuole mostrare come questa integrazione tra didattica in presenza e DAD dovrebbe essere saggiamente governata e non semplicemente subita, dovrebbe essere una scelta effettuata consapevolmente dal sistema socio-educativo piuttosto che semplicemente risultare il frutto maturo dei processi di resilienza innescati dalla pandemia. Da questo punto di vista l’introduzione massiccia della DAD ha avuto nella pandemia la sua accellerazione, ma la DAD già corrispondeva ad un certo spirito dei tempi (era del pragmatismo); era in linea con un certo tipo di razionalità dominante (razionalità secondo i fini e razionalità strumentale); con una certa ideologia (il neoliberismo); con una filosofia politica (il populismo). La DAD sugellava l’incipiente declino dei “Maestri” già messo in discussione dalla computerizzazione dell’insegnamento/apprendimento. Quindi la DAD aveva trovato già condizioni ambientali estremamente favorevoli al momento della sua introduzione forzata nel sistema educativo. Nella ricerca del giusto mix tra DAD e didattica in presenza nella pianificazione dell’Università del futuro che avverrà alla fine della pandemia da Covid 19 si tratta però di non dimenticare l’importanza dei Maestri e delle Maestre e di tenere ben presente che il rapporto educativo è una relazione di cura molto concreta, che si basa su di uno scambio di doni reciproci tra studente/docente che è favorito dalla prossimità, che si fonda su alcune passioni (l’amore per il sapere), che ha bisogno del corpo, che è importante avvenga in un luogo “pubblico” creando comunità. Bisogna anche interrogarsi su quali tipi di saperi saranno necessari per capire e governare la complessità della crisi pandemica (che è associata ad altre crisi: economica, sociale, ambientale, politica, bellica) e per poter affrontare le sfide correlate ad essa, incluso l’avvento di un vero e proprio cambiamento di paradigma economico-sociale.
L’ora di lezione alla prova del virus
Montesi Cristina
2022
Abstract
Il saggio tenta di focalizzare i vantaggi che la DAD (Didattica a distanza) ha permesso di conseguire, in primis il fatto che, grazie alla connessione, la didattica non è stata del tutto bloccata durante la pandemia. Tuttavia la DAD, che è più sbilanciata sull’istruzione che sull’educazione, ha generato nuove disuguaglianze, povertà educative ed altri svantaggi di natura psico-sociale. Dopo l’assorbimento traumatico della DAD perché effettuato in tempi ristetti e con autoformazione da parte di docenti e di studenti, anche il sistema accademico italiano sembra ormai essersi attestato su di un nuovo equilibrio che sembrerebbe far continuare a svolgere un ruolo alla DAD, anche una volta che l’emergenza sanitaria sarà terminata. Da emergenziale e sostitutiva della didattica in presenza, la DAD diventerà integrativa (anche se il mix con quella in presenza potrebbe variare all’interno della stessa ora di lezione, all’interno di uno stesso corso, nell’ambito dei diversi insegnamenti di uno stesso Dipartimento, tra vari Dipartimenti in un Ateneo). Si parla in proposito di Didattica integrata digitale (DID). Il paper vuole mostrare come questa integrazione tra didattica in presenza e DAD dovrebbe essere saggiamente governata e non semplicemente subita, dovrebbe essere una scelta effettuata consapevolmente dal sistema socio-educativo piuttosto che semplicemente risultare il frutto maturo dei processi di resilienza innescati dalla pandemia. Da questo punto di vista l’introduzione massiccia della DAD ha avuto nella pandemia la sua accellerazione, ma la DAD già corrispondeva ad un certo spirito dei tempi (era del pragmatismo); era in linea con un certo tipo di razionalità dominante (razionalità secondo i fini e razionalità strumentale); con una certa ideologia (il neoliberismo); con una filosofia politica (il populismo). La DAD sugellava l’incipiente declino dei “Maestri” già messo in discussione dalla computerizzazione dell’insegnamento/apprendimento. Quindi la DAD aveva trovato già condizioni ambientali estremamente favorevoli al momento della sua introduzione forzata nel sistema educativo. Nella ricerca del giusto mix tra DAD e didattica in presenza nella pianificazione dell’Università del futuro che avverrà alla fine della pandemia da Covid 19 si tratta però di non dimenticare l’importanza dei Maestri e delle Maestre e di tenere ben presente che il rapporto educativo è una relazione di cura molto concreta, che si basa su di uno scambio di doni reciproci tra studente/docente che è favorito dalla prossimità, che si fonda su alcune passioni (l’amore per il sapere), che ha bisogno del corpo, che è importante avvenga in un luogo “pubblico” creando comunità. Bisogna anche interrogarsi su quali tipi di saperi saranno necessari per capire e governare la complessità della crisi pandemica (che è associata ad altre crisi: economica, sociale, ambientale, politica, bellica) e per poter affrontare le sfide correlate ad essa, incluso l’avvento di un vero e proprio cambiamento di paradigma economico-sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.