Il saggio illustra i criteri che ispirarono uno dei più importanti progetti espositivi sulla scultura contemporanea. La pionieristica mostra "Sculture nella città", ideata nel 1962 da Giovanni Carandente, coinvolse oltre cinquanta scultori di tutto il mondo, con più di cinquanta opere dislocate all'aperto in dialogo con il tessuto della città antica. Fu una straordinaria occasione per un bilancio sui linguaggi della modernità e sulle ultime tendenze, grazie alla presenza di grandi maestri e artisti internazionali. Calder, Moore, Colla, Manzù, David Smith, Consagra, Leoncillo, Arnaldo Pomodoro, Beverly Pepper sono solo alcuni tra coloro che ebbero la straordinaria occasione di "pensare" opere per Spoleto e di realizzarle grazie al munifico sostegno dell'Italsider. L'intuizione di Carandente, che con gli artisti stabilì rapporti di collaborazione e amicizia destinati a durare nel tempo, si rivelò feconda di sviluppi per innumerevoli iniziative che ancora oggi guardano allo "Spoleto experiment" come a un archetipo. Molti dei materiali relativi alla mostra, quali carteggi, progetti, fotografie e alcuni bozzetti, sono oggi parte della Collezione Carandente alla quale è dedicato il volume che ospita il saggio.
Spoleto, 1962: una mostra e il suo ideatore
Stefania Petrillo
2023
Abstract
Il saggio illustra i criteri che ispirarono uno dei più importanti progetti espositivi sulla scultura contemporanea. La pionieristica mostra "Sculture nella città", ideata nel 1962 da Giovanni Carandente, coinvolse oltre cinquanta scultori di tutto il mondo, con più di cinquanta opere dislocate all'aperto in dialogo con il tessuto della città antica. Fu una straordinaria occasione per un bilancio sui linguaggi della modernità e sulle ultime tendenze, grazie alla presenza di grandi maestri e artisti internazionali. Calder, Moore, Colla, Manzù, David Smith, Consagra, Leoncillo, Arnaldo Pomodoro, Beverly Pepper sono solo alcuni tra coloro che ebbero la straordinaria occasione di "pensare" opere per Spoleto e di realizzarle grazie al munifico sostegno dell'Italsider. L'intuizione di Carandente, che con gli artisti stabilì rapporti di collaborazione e amicizia destinati a durare nel tempo, si rivelò feconda di sviluppi per innumerevoli iniziative che ancora oggi guardano allo "Spoleto experiment" come a un archetipo. Molti dei materiali relativi alla mostra, quali carteggi, progetti, fotografie e alcuni bozzetti, sono oggi parte della Collezione Carandente alla quale è dedicato il volume che ospita il saggio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.